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Alessandro Lilli

Un raffreddato Claus Lessmann ci parla del nuovo lavoro dei Bonfire, difendendo la nuova direzione musicale intrapresa dalla band sul recente “Free”. Accostiamoci con la dovuta deferenza, ma senza sembrare falsamente accondiscendenti, a questa autentica istituzione dell’ heavy rock in eighties american style.

Ciao Claus. Estremamente lieto di questa opportunità concessami per un'intervista esclusiva ad uno dei miei rockers referiti di sempre!!! Adoro i BONFIRE sin dal loro demo "The Cacumen sessions"!!!
Cominciamo con le mie domande: i Bonfire hanno appena pubblicato un nuovo album. Qual è il messaggio insito nel titolo: “Free”?
“Free” per noi vuole dire essere liberi da tutte le cose che abbiamo fatto in precedenza, liberi da tutte le convenzioni. Volevamo l' album proprio nel modo in cui lo abbiamo realizzato. “Fre”e è stato prodotto con sonorità un po’ più moderne. Non abbiamo esagerato con le chitarre, nel senso che non abbiamo incluso troppi overdubs sulle chitarre e non abbiamo usato molti effetti, per mantenere il tutto più naturale. Non ci interessava realizzare un altro “Fireworks” o “Strike X”. Puoi paragonarlo al cibo: chi vuole mangiare pizza tutti i giorni? Una volta ogni tanto si ha desiderio di mangiare pasta, o una bistecca e roba del genere... Penso che non ci sia nulla di sbagliato.

Nel vostro recente “29 golden bullets” mi è mancato parecchio il trentesimo proiettile: mi riferisco al primissimo hit dei Bonfire "Starin' eyes" (dall' album "Don't touch the light"). Sembra quasi che la band tenda ad ignorare questo pezzo. C'è qualche particolare ragione?
Non c'è alcuna ragione riguardo a ciò. E' di sicuro una buona canzone, ma bisogna prendere una decisione su cosa includere sull'album. Forse l'abbiamo suonata troppo spesso agli esordi, al punto che poi non abbiamo più pensato a "Starin' Eyes".

"Fuel to the flames", "Live over Europe" e soprattutto "Stike ten" hanno dimostrato al mondo che i Bonfire erano tornati ai livelli d'eccellenza di "Fireworks" e "Point Blank" La gran quantità di outtakes da “Strike X” inclusa sul vostro greatest hits sembra confermare che vi sentite perfettamente rappresentati da quell' eccellente album. Mi sbaglio?
In un certro senso hai ragione. Ma era anche perché molte persone non conoscono i Bonfire, e volevamo offrire molto del nostro materiale più recente a chi si accostava al suo primo cd dei Bonfire.


In tal caso, perché la band ha deciso per questa evidente sterzata nel suo stile musicale sull'ultimo album "Free"? Suona molto più in stile hard rock moderno anni 90, così avrà certamente gran presa su giovani nuovi fans, senza deludere totalmente quelli di vecchia data, essendo comunque ancora molto melodico. Ma non temi che ci sia il rischio che le nuove canzoni, denotando un suono un pò ibrido, possano lasciare tutti, vecchi e nuovi fans, un tantino insoddisfatti?
Noi abbiamo sempre cercato di scrivere canzoni d' impatto e melodie coinvolgenti, perchè riteniamo che ciò sia la caratteristica più importante di una canzone e quello che colpisce i fans. Certamente speriamo di conquistare nuovi e maggiori fans, ma ciò sembra non essere più tanto facile ultimamente... E' anche una questione di tipo di produzione. Avremmo potuto suonare “Free” allo stesso modo di “Strike X” con gran chitarre, batterie e melodie d'impatto, ma non era ciò che volevamo. L'abbiamo già fatto così tante volte in passato... Noi volevamo che il disco fosse esattamente come l'abbiamo realizzato. Sebbene all' inizio, quando cominciammo a scrivere ed a suonare non avevamo idea di come l' album sarebbe risultato, ci siamo semplicemente concessi la libertà di lasciare che il tutto scorresse spontaneamente. Non ci trovo nulla di strano- è solo differente, un qualcosa che non avevamo mai fatto in precedenza.
Le canzoni sono state scritte in parte nel mio caravan sulle alpi austriache questo inverno. Abbiamo costruito uno studio mobile al suo interno e Hans ed io vi abbiamo trascorso 5 giorni scrivendo e provando un paio di canzoni. E' stato molto divertente in quei momenti, perchè l' atmosfera era fantastica con tutta quella neve e quel suggestivo paesaggio invernale là fuori... Si è creata un' atmosfera molto creativa, perchè era tutto molto particolare... Ciò non significa che tutte le nostre canzoni si svilupperanno in futuro in quella direzione, ma volevamo sperimentare un pò e cogliere nuove influenze da inserire nel nostro stile di rock' n roll targato Bonfire. Integrando i tamburi di BamBam con altre forme di percussione e sperimentando nuove sonorità, abbiamo ottenuto canzoni molto groovy. Immagino che qualcuno tra i vecchi fans possa avere delle difficoltà con queste innovazioni al primo ascolto, ma basta concedere ripetuti ascolti alle canzoni… ed a volume ben alto… Io penso che le opinioni più scettiche cambieranno… E’ questione di essere un po’ più aperti e tolleranti.

Pensi che questo cambio di direzione musicale si rivelerà un a saggia decisione, ora che l’ondata dell’ hard rock moderno sembra in fase di reflusso, e l’ hard rock sta ritornando verso stilemi più tradizionali?
Io penso che esistano sempre strade aperte per ciò che si desidera fare.

I Bonfire meritano la nostra più alta stima per aver preservato il loro stile musicale durante gli anni più bui per l’hard rock americano, durante la passata decade. Forse dalle produzioni di metà anni 90 dei Bonfire emerge un approccio sonoro più soft ed intimista. E’ dipeso da una naturale maturazione, o ciò è dovuto al fatto che si rendeva comunque necessario un cambiamento di stile, avendo il ciclone grunge spazzato via le cosiddette hair bands?
Io penso che sia del tutto naturale per una band avere nuove influenze. Talvolta occorre un po’ di tempo prima di abituarsi alle cose nuove. Non è tutto negativo ciò che è scaturito dal grunge e dalla musica degli anni 90. Le cose buone riusciranno sempre a sopravvivere.

Nelle vostre liriche ci sono sempre stati molti riferimenti allo stile di vita americano (“American nights”, “Down to Atlanta”, “Too much Hollywood”, “Daytona nights”, tanto per citare alcuni titoli…). Ma nel corso degli anni i Bonfire hanno pubblicato qualche loro album anche in versione tedesca (mi riferisco a “Feels like comin’ home”), ed hanno composto una canzone intitolata "Proud of my country". Dunque l’attitudine della band è oggi più tedesca o ancora americana?
E’ entrambe le cose. Non ci sono proprio altri programmi per pubblicare un nuovo album in tedesco. Quello fu essenzialmente un regalo ai fans pubblicato da me ed Hans sotto il monicker Lessmann/Ziller project, in un momento in cui i Bonfire erano in una specie di letargo… Noi trascorriamo così tanto tempo negli U.S.A. componendo canzoni, in sala d’ incisione e in tour che l’influenza americana su di noi è del tutto normale. Ma con la canzone “Proud of my country” noi avevamo un messaggio preciso e intendemmo fare un'asserzione sul nostro paese d’ origine e su come noi lo sentiamo. Non ha niente a che fare con l'essere un nazi.
È l'opposto. Sembra che i tedeschi ancora hanno problemi con la loro storia. Noi tutti dovremmo impegnarci per prevenire che questa merda non accada mai di nuovo. Ma d’altro canto... oramai siamo nel 2003, la guerra e l'alienazione mentale di Hitler sono passate, e oggi la Germania non è come il terzo Reich. La Germania odierna è diversa e ci sono molte cose di cui dobbiamo certamente essere orgogliosi. La generazione nuova ha valori nuovi ed un futuro nuovo.
Qualche politico in Germania tenta ancora di giocare con la nostra coscienza e... che schifo... fare soldi con queste subdole manovre. Vergogna!!! Costoro andrebbero biasimati. Ogni americano, inglese, francese, svedese ed ogni italiano può dire a gran voce di essere orgoglioso del proprio paese... così cosa c’è di sbagliato, quando anche i tedeschi vogliono dirlo? Io sono orgoglioso di essere “Free”!!!


Si sta verificando una rinascita dell’heavy rock melodico soprattutto grazie al rilevante supporto offerto da alcune etichette europee e, al di là di paesi tradizionalmente prolifici, come la Germania e l’area scandinava, un nuovo solido impulso sta arrivando dall’ area mediterranea (mi riferisco alla Spagna e pure all’ Italia). Il mercato americano non sembra altrettanto recettivo: da cosa dipende, secondo te? Può dipendere da un differente atteggiamento dei fans verso la musica, o sono le etichette majors e i media ad influenzare i gusti della gente secondo le loro strategie commerciali?
Mi auguro che tu abbia ragione. Noi siamo appena rientrati da un tour in Spagna ed io sono d’accordo con la tua opinione. L'influenza dei fans mediterranei è molto forte ed in quei paesi l’hard rock ha ancora un certo rilievo, mentre paesi come la Germania sono persi in tutti quegli spettacoli calcolati e tutte quelle stars e bands costruite a tavolino. Le Case discografiche pensano a fare soldi in fretta secondo i propri piani e non investono più sulla crescita progressiva degli artisti. Io penso che ciò sia stupido e sgradevole.


Sei soddisfatto del livello di popolarità raggiunto dai Bonfire Giappone? Pensi che avreste potuto/ potrete conseguire un successo più consistente su quel mercato così ricettivo?
Si è costantemente alla ricerca di un più ampio successo, dunque non si sarà mai del tutto appagati. Purtroppo.


Parlando di produzioni video, siete state una delle prime bands a pubblicare un dvd, includendovi molto opportunamente il contenuto di una precedente videocassetta ufficiale pressochè introvabile. Avete nuovi progetti per ulteriori prodotti in dvd?
Se otterremo maggior sostegno, economicamente parlando, dalla nostra Casa discografica, ci piacerebbe realizzare altri dvds e produzioni video, ma ciò non è facile da conseguire.


Per favore Claus, dacci qualche piccola anticipazione sui programmi dei Bonfire per il nuovo tour.
Puntiamo a venire a suonare nel vostro paese. Ci auguriamo presto.
“Keep the BONFIRE burning and stay FREE!!!
...and say Hi to all you readers”

Nonostante personalmente mi manchi il gran suono di chitarra delle loro vecchie fantastiche canzoni, sembrerebbe che con il loro recente sforzo "Free", i Bonfire intendano segnare un nuovo punto di partenza, dopo aver chiuso il precedente strepitoso capitolo con “29 golden bullets”. Devo ammettere che ammiro sinceramente l’ intento della band, protesa alla ricerca di un suono più moderno senza tuttavia rinnegare il proprio passato, ed auguro di cuore ai Bonfire di riuscire ad acquisire nuovi fans, affianco ai vecchi.
Keep on rockin’ (hard) Claus! We love you and the guys in Bonfire!!!

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