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Alessandro Lilli

Uno dei nostri più illustri portabandiera, l’axeman veneto Alex DeRosso, ha accettato di rispondere alle domande di Slam!, commentando importanti esperienze di un passato più o meno recente.
Partendo dalle ultime collaborazioni negli acclamati progetti Vertigo e Perfect World, con due vocalists d’eccellenza quali rispettivamente l’ex Toto Joseph Williams, e l’ex Hurricane/Unruly Child Kelly Hansen, l’intervista mette essenzialmente in risalto la bella storia del coronamento di un sogno, vissuta dall’ex Dokken (e scusate se è poco…) in maniera saggiamente esemplare.

Iniziamo da Vertigo e Perfect World: vuoi illustrarci le differenze stilistiche, se ce ne sono, tra i due progetti?
Fondamentalmente c’è una differenza che ci appare subito, ed è che vertigo è un album di pezzi originali, che quindi hanno preso forma dal nulla, mentre perfect world è un cd di pezzi più o meno famosi del panorama rock-pop arrangiati in chiave hard-rock melodico.

Dobbiamo ritenere che da parte della Frontiers ci sia l'intento di lanciare talentuosi strumentisti nostrani, inserendoli in prestigiosi contesti internazionali, o piuttosto una forma di scarso credito nei confronti di vocalists italiani?
Mah… bisognerebbe chiederlo a loro, personalmente penso che vogliano provare a creare nuovi progetti interessanti… è chiaro poi che i cantanti internazionali hanno più fascino, e ovviamente più mercato.
Io personalmente sto parlando con un cantante nostrano per un nuovo progetto…
Vi farò sapere.

Vuoi introdurci un po' gli altri talentuosi musicisti italiani che ti hanno affiancato in questi due progetti?
Per primo citerei Fabrizio V. Zee Grossi, eccezionale bassista ed anche produttore dei due progetti.
E ovviamente anche JM Scattolin, responsabile delle chitarre ritmiche e acustiche.
Per dovere di cronaca, direi che io ho affiancato loro…
ho registrato solo gli assoli e gli abbellimenti di chitarra dopo che il grosso era già stato fatto.

Vertigo e Perfect World sono destinati a restare due episodi musicali fini a sé stessi, o il nucleo italiano delle due bands si è cementato? Tra i due progetti, su quale eventualmente puntereste per proseguire il discorso con un assetto più stabile e conseguente follow-up discografico?
Anche questa è una domanda alla quale non è semplice rispondere…
Forse proprio per la sua caratteristica di originalità mi piacerebbe puntare su vertigo, sarebbe stupendo anche fare il live.

Richiamiamo un attimo il tuo recente passato: all'apice delle tue influenze chitarristiche sappiamo esserci George Lynch, ma come sei stato reclutato dai Dokken?
All’inizio sono stato messo in contatto con la allora manager della band da Fabrizio V. Zee Grossi, in quanto in quel periodo cercavano un chitarrista pronto eventualmente ad entrare al posto di John Norum… poi siamo andati avanti con una durissima “audizione” a distanza, fatta di continue spedizioni di mio materiale originale, video, e alla fine anche brani dei Dokken stessi suonati da me.
Poi abbiamo cominciato a sentirci personalmente e mi hanno chiamato d’urgenza il giorno prima del mio primo concerto in Germania, concerto che, “ovviamente”, ho fatto senza fare alcuna prova con la band…

Quanto è durata questa esperienza, che immagino essere stata per te particolarmente gratificante?
Circa un anno, durante il quale abbiamo fatto, oltre ai primi tre concerti in europa, 2 tour giganteschi girando per stati uniti e canada.

Puoi raccontarci qualche retroscena del tour che i Dokken fecero assieme ai Whitesnake? Reb Beach si trovava comunque a suo agio nei confronti dei suoi ex bandmates?
I retroscena sono stati sempre divertenti, c’era un buonissimo rapporto tra me e tutti gli altri componenti di Whitesnake e Scorpions
Per quanto riguarda reb, altrochè se era a suo agio… dopo tutto non è male passare in pochi anni dai Dokken ai Whitesnake!

La parentesi con i Dokken è definitivamente conclusa? Leggevo che Don avrebbe preteso un tuo trasferimento stabile a Los Angeles, e che la tua indisponibilità in tal senso avrebbe portato alla fine di questa tua prestigiosa esperienza artistica con la mitica band americana. Confermi?
Confermo al 100%, anche se non era comunque così semplice…
Ci sono visti e permessi di mezzo, insomma sarebbe stato troppo incasinato per me mollare tutto e trasferirmi lì in attesa di chissà che cosa.

Una mia curiosità: personalmente ho la sensazione che in casa Dokken soffi una certa aria di crisi, nonostante il buon "Long way home". Cosa ci puoi dire in merito?
Oramai i Dokken sono in poche parole Don Dokken.
È lui che prende tutte le decisioni, non c’è spazio per altri.
In questo modo nessuno è stimolato a fare qualcosa in più dello stretto necessario.

Dopo le tue primissime esperienze musicali a livello locale, hai intrapreso una carriera solista concretizzatasi nel corso degli anni con la pubblicazione di tre dischi, ed hai costruito una solida reputazione di chitarrista. Sei pienamente soddisfatto dei tuoi lavori, o senti che ti sia mancato qualcosa all' epoca per poter esprimere compiutamente le tue potenzialità?
Sono soddisfatto dei miei lavori, ovviamente in relazione al periodo in cui sono usciti…
E ne sono ulteriormente soddisfatto in senso artistico, perché ho sempre fatto il tutto senza pressioni esterne per virare il prodotto finale su certi canoni modaioli.

A metà anni '90, in un contesto in cui la reperibilità di mezzi ed agganci per un musicista emergente italiano era sicuramente molto meno agevole rispetto ad oggi, ti mettesti brillantemente in evidenza con un disco che vedeva la autorevole partecipazione di David Reece, e sembravi destinato a seguire le orme del tuo omonimo e corregionale Alex Masi, che ha rappresentato a lungo unico portabandiera oltreoceano della nostra scuola chitarristica. Oggi ritieni di aver giocato al meglio le tue carte, o c'è il rammarico per qualche opportunità che ritieni ti sia stata preclusa oppure che ti sei lasciato sfuggire?
Ritengo di aver giocato le mie carte abbastanza bene considerando il fatto che non mi è mai piaciuto scendere a compromessi con chicchessia.
Quindi è ovvio che con questa mentalità, qualche volta le cose non sono andate per il verso giusto.
Ma va bene così, nella vita o sei coerente o sei un giullare…

Ti sposti spesso all'estero, in relazione alla tua attività?
Se proprio devo… non mi diverto più tanto a volare, quindi cerco di andarci meno che posso!

Restando in Italia, intravedi nell'attuale panorama nostrano qualche talentuoso musicista che reputi particolarmente meritevole di una grossa chance per emergere?
Girerò un po’ intorno alla tua domanda dicendoti che non basta avere talento per emergere…

Potendo già vantare la prestigiosissima militanza nei Dokken, quali sono le tue future ambizioni in ambito musicale?
Come musicista mi sento più che appagato dal fatto di essere stato il chitarrista, anche se solo per un anno, della mia band preferita degli anni 80…
e quindi di aver suonato al posto del mio chitarrista preferito… (wow!) ora mi sto gettando a capofitto in un’altra cosa che mi appassiona molto, che è la produzione in studio.
Approfitto per salutare tutti e dirvi di stare pronti, che tra qualche tempo sentirete qualcosa a proposito di Alex produttore… dimenticavo, chi fosse interessato ai miei cd, scriva pure all’indirizzo e-mail che troverà sul mio sito ufficiale www.alexderosso.com ci prenderemo cura delle vostre richieste !

Noi di Slam! ci uniamo nell’ esortazione affinchè venga accolto l’ invito di Alex a visitare il suo sito, per tributargli un meritato riconoscimento attraverso l’ attenzione ed il supporto per i suoi rimarchevoli progetti musicali.

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