Iniziamo da Vertigo
e Perfect World: vuoi illustrarci
le differenze stilistiche, se ce ne sono, tra i due
progetti?
Fondamentalmente c’è
una differenza che ci appare subito, ed è che
vertigo è un album di pezzi originali, che
quindi hanno preso forma dal nulla, mentre perfect
world è un cd di pezzi più o meno famosi
del panorama rock-pop arrangiati in chiave hard-rock
melodico.
Dobbiamo ritenere che da parte
della Frontiers ci sia l'intento di lanciare talentuosi
strumentisti nostrani, inserendoli in prestigiosi
contesti internazionali, o piuttosto una forma di
scarso credito nei confronti di vocalists italiani?
Mah… bisognerebbe chiederlo
a loro, personalmente penso che vogliano provare a
creare nuovi progetti interessanti… è
chiaro poi che i cantanti internazionali hanno più
fascino, e ovviamente più mercato.
Io personalmente sto parlando con un cantante nostrano
per un nuovo progetto…
Vi farò sapere.
Vuoi introdurci un po' gli altri
talentuosi musicisti italiani che ti hanno affiancato
in questi due progetti?
Per primo citerei Fabrizio
V. Zee Grossi, eccezionale bassista ed anche
produttore dei due progetti.
E ovviamente anche JM Scattolin,
responsabile delle chitarre ritmiche e acustiche.
Per dovere di cronaca, direi che io ho affiancato
loro…
ho registrato solo gli assoli e gli abbellimenti di
chitarra dopo che il grosso era già stato fatto.
Vertigo e
Perfect World sono destinati a restare due
episodi musicali fini a sé stessi, o il nucleo
italiano delle due bands si è cementato? Tra
i due progetti, su quale eventualmente puntereste
per proseguire il discorso con un assetto più
stabile e conseguente follow-up discografico?
Anche questa è una domanda
alla quale non è semplice rispondere…
Forse proprio per la sua caratteristica di originalità
mi piacerebbe puntare su vertigo, sarebbe stupendo
anche fare il live.
Richiamiamo un attimo il tuo
recente passato: all'apice delle tue influenze chitarristiche
sappiamo esserci George Lynch, ma
come sei stato reclutato dai Dokken?
All’inizio sono stato messo in contatto con
la allora manager della band da Fabrizio V. Zee Grossi,
in quanto in quel periodo cercavano un chitarrista
pronto eventualmente ad entrare al posto di John
Norum… poi siamo andati avanti con
una durissima “audizione” a distanza,
fatta di continue spedizioni di mio materiale originale,
video, e alla fine anche brani dei Dokken
stessi suonati da me.
Poi abbiamo cominciato a sentirci personalmente e
mi hanno chiamato d’urgenza il giorno prima
del mio primo concerto in Germania, concerto che,
“ovviamente”, ho fatto senza fare alcuna
prova con la band…
Quanto è durata questa
esperienza, che immagino essere stata per te particolarmente
gratificante?
Circa un anno, durante il quale
abbiamo fatto, oltre ai primi tre concerti in europa,
2 tour giganteschi girando per stati uniti e canada.
Puoi raccontarci qualche retroscena
del tour che i Dokken fecero assieme
ai Whitesnake? Reb Beach
si trovava comunque a suo agio nei confronti dei suoi
ex bandmates?
I retroscena sono stati sempre
divertenti, c’era un buonissimo rapporto tra
me e tutti gli altri componenti di Whitesnake
e Scorpions…
Per quanto riguarda reb, altrochè se era a
suo agio… dopo tutto non è male passare
in pochi anni dai Dokken ai Whitesnake!
La parentesi con i Dokken
è definitivamente conclusa? Leggevo che Don
avrebbe preteso un tuo trasferimento stabile a Los
Angeles, e che la tua indisponibilità in tal
senso avrebbe portato alla fine di questa tua prestigiosa
esperienza artistica con la mitica band americana.
Confermi?
Confermo al 100%, anche se non
era comunque così semplice…
Ci sono visti e permessi di mezzo, insomma sarebbe
stato troppo incasinato per me mollare tutto e trasferirmi
lì in attesa di chissà che cosa.
Una mia curiosità: personalmente
ho la sensazione che in casa Dokken soffi
una certa aria di crisi, nonostante il buon "Long
way home". Cosa ci puoi dire in merito?
Oramai i Dokken sono
in poche parole Don Dokken.
È lui che prende tutte le decisioni, non c’è
spazio per altri.
In questo modo nessuno è stimolato a fare qualcosa
in più dello stretto necessario.
Dopo le tue primissime esperienze
musicali a livello locale, hai intrapreso una carriera
solista concretizzatasi nel corso degli anni con la
pubblicazione di tre dischi, ed hai costruito una
solida reputazione di chitarrista. Sei pienamente
soddisfatto dei tuoi lavori, o senti che ti sia mancato
qualcosa all' epoca per poter esprimere compiutamente
le tue potenzialità?
Sono soddisfatto dei miei lavori,
ovviamente in relazione al periodo in cui sono usciti…
E ne sono ulteriormente soddisfatto in senso artistico,
perché ho sempre fatto il tutto senza pressioni
esterne per virare il prodotto finale su certi canoni
modaioli.
A metà anni '90, in un
contesto in cui la reperibilità di mezzi ed
agganci per un musicista emergente italiano era sicuramente
molto meno agevole rispetto ad oggi, ti mettesti brillantemente
in evidenza con un disco che vedeva la autorevole
partecipazione di David Reece, e
sembravi destinato a seguire le orme del tuo omonimo
e corregionale Alex Masi, che ha
rappresentato a lungo unico portabandiera oltreoceano
della nostra scuola chitarristica. Oggi ritieni di
aver giocato al meglio le tue carte, o c'è
il rammarico per qualche opportunità che ritieni
ti sia stata preclusa oppure che ti sei lasciato sfuggire?
Ritengo di aver giocato le mie
carte abbastanza bene considerando il fatto che non
mi è mai piaciuto scendere a compromessi con
chicchessia.
Quindi è ovvio che con questa mentalità,
qualche volta le cose non sono andate per il verso
giusto.
Ma va bene così, nella vita o sei coerente
o sei un giullare…
Ti sposti spesso all'estero,
in relazione alla tua attività?
Se proprio devo… non mi diverto più tanto
a volare, quindi cerco di andarci meno che posso!
Restando in Italia, intravedi
nell'attuale panorama nostrano qualche talentuoso
musicista che reputi particolarmente meritevole di
una grossa chance per emergere?
Girerò un po’ intorno alla tua domanda
dicendoti che non basta avere talento per emergere…
Potendo già vantare la
prestigiosissima militanza nei Dokken,
quali sono le tue future ambizioni in ambito musicale?
Come musicista mi sento più
che appagato dal fatto di essere stato il chitarrista,
anche se solo per un anno, della mia band preferita
degli anni 80…
e quindi di aver suonato al posto del mio chitarrista
preferito… (wow!) ora mi sto gettando a capofitto
in un’altra cosa che mi appassiona molto, che
è la produzione in studio.
Approfitto per salutare tutti e dirvi di stare pronti,
che tra qualche tempo sentirete qualcosa a proposito
di Alex produttore… dimenticavo, chi fosse interessato
ai miei cd, scriva pure all’indirizzo e-mail
che troverà sul mio sito ufficiale www.alexderosso.com
ci prenderemo cura delle vostre richieste !
Noi di Slam! ci uniamo nell’
esortazione affinchè venga accolto l’
invito di Alex a visitare il suo sito, per tributargli
un meritato riconoscimento attraverso l’ attenzione
ed il supporto per i suoi rimarchevoli progetti musicali.