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Jessica Favaron

Uno dei chitarristi più eclettici usciti dalla fucina degli anni ottanta, e probabilmente una delle figure più sinistre e controverse della storia del rock n roll.
Sempre al centro delle polemiche, Adam si apre ai microfoni di Slam! e ci parla delle sue disavventure con Steven Adler, dei suoi problemi con le backing band, di droga e di come questo rischia di essere il suo ultimo tour!

Ciao Adam, sarà bello rivederti dal vivo in Italia. Sembra che tu stia diventando un habituèe del nostro paese!
Ciao. Amo l’Italia

L’ultima volta che sei venuto ti abbiamo visto di spalla a Steven Adler. Ci sono state un sacco di speculazioni riguardo al tour, ai concerti cancellati, storiacce di droga, ed è volata un sacco di merda. Puoi fare un po’ di luce e spiegarci esattamente cos’è successo?
E’ una storia molto lunga, penso che un giorno o l’altro potrei rendere pubblico il mio diario, per quanto riguardo quel fiasco. E’ come un libro di 200 pagine che farebbe sembrare Spinal Tap una storia di Walt Disney.

Sono un chitarrista, non un babysitter, ma ho accettato il lavoro da babysitter pensando mi avrebbe permesso di suonare in posti più grossi e di fronte a un pubblico più vasto. E’ finita molto male, una cosa ben al di là di me…

Ero nel bel mezzo del mio tour europeo da headliner e mi è capitata la possibilità di infilarmi in un tour più grosso. Sono rimasto accecato dalla smania di suonare di fronte a migliaia di rock fans in posti grossi con impianti mastodontici, e ho puntato tutto su questo tizio la cui reputazione gli permetteva di aprirsi tutte le porte. Mi sono lasciato coinvolgere in questo progetto pensando che Adler fosse razionale. Le sue priorità e il suo comportamento sono cambiati non appena ha avuto la possibilità di accedere personalmente ai soldi e alla gente coinvolta.

Il mondo nel quale mi muovo ormai sembra preferire le Tribute Band e i grossi nomi. Gli Adler’s Appetite erano/sono una tribute band con un membro originale, punto a capo. Adler avrebbe potuto davvero fare ottimi affari suonando in tutto il mondo ma il suo agente ha fatto un po’ di errori e dovevo costantemente scavare per ottenere informazioni per riuscire a portare avanti questo tour. Non ero a conoscenza del fatto che la maggior parte degli ingaggi erano già stati pagati in anticipo al suo agente e ho personalmente finanziato questo tour attraverso l’Italia e l’Inghilterra. E mi ci sono voluti parecchi soldi.

Adler aveva la madre di tutte le tribute band, poteva farci un tour mondiale, ma d’altro canto doveva affrontare il fatto che -come chiunque suoni in una cover band- aveva dovuto rinunciare alla propria integrità.

Adler è un cocco di mamma, la chiamava costantemente, dal mio cellulare, coi miei soldi, urlandole dietro come un bambino. Lui pensa che sua madre e suo fratello vogliano che muoia in modo da poter spendere i suoi soldi, che sono comunque già sotto il loro controllo. Il ragazzo non sempre è lucido.

Andare in tour e viaggiare con dei budget ridicoli è un business parecchio duro. Devi essere sgamato e corazzato per poterlo gestire, soprattutto se fai tutti i concerti che faccio io.

Adler si è fatto male al polso in Germania. Mi ha detto che se l’era incastrato in un armadietto a Las Vegas poco prima del tour. L’ho portato in un ospedale a Bristol prima del primo concerto inglese, ne ho approfittato per farmi visitare anch’io, avevo bisogno di qualche antibiotico per la mia gola visto che ero a pezzi e ce l’avevo secca. Il dottore mi ha scambiato per Adler e mi ha detto “quindi ti sei iniettato della cocaina nel polso un paio di settimane fa… Hai mancato la vena e adesso il tuo polso è gonfio”. Ho detto al dottore che il tizio era quello nell’altro lettino… Il suo polso non è mai migliorato e suppongo sia ancora gonfio.

Lo sta usando come scusa per cancellare il tour in sudamerica e quel festival di Oslo al quale non è andato.
Ha trovato un po’ di cocaina al secondo concerto in Inghilterra e il mio bassista l’ha visto nel cesso del backstage che fumava del crack da una lattina di birra poco prima del concerto. Non che io sia contro le canne o un po’ di coca una volta ogni tanto ma sono assolutamente contro il crack o l’iniettarsi qualsiasi cosa. Giusto per la cronaca, io non bevo, non ho mai usato eroina né mi sono mai iniettato alcunché in tutta la mia vita e non si può fare un tour abusando di droghe senza perdere show, soprattutto senza una crew. Ho fatto 350 concerti negli ultimi due anni senza mai cancellarne uno.

E’ andata sempre peggio dopo la seconda data in Inghilterra. Abbiamo cominciato a viaggiare separati dopo l’Irlanda. A Londra si è menato con la security dell’Underworld, ha trovato del crack per strada a Camden, se l’è fumato sulle scale dell’Underworld di fronte alla security e a un po’ di fans. Poi si è messo a urlare dietro allo spacciatore e l’ha inseguito lungo Camden in calzini, senza scarpe. Ha offerto 200 sterline a uno della mia crew perché lo picchiasse. Il giorno dopo mi ha fatto cancellare la data di Cardiff (fissata da me) per poter viaggiare da solo verso nord e fumarsi del crack. Ha pure chiesto eroina sempre a uno della mia crew che gliel’ha rifiutata. Dopo l’ultimo concerto a Norwich si è bevuto due bottiglie di Jagermeister e mi è saltato addosso mentre stavamo andando all’hotel dell’aeroporto. Ero stufo di combattere per tenere il tour insieme mentre Adler aveva cominciato a lavorare contro di me. Il promoter spagnolo poi via sms mi ha detto di non andare in Spagna perché “questo tour è per Adler, non per te”, e allora ho abbandonato tutto. Adler in Spagna ha fatto 2 date su 12 e ha cancellato il tour.

Curiosamente, Izzy Stradlin mi ha chiamato lo stesso giorno nel quale è finito tutto. Abbiamo parlato per due ore. Voleva venire in Portogallo per jammare con noi. Secondo me però era più interessato a verificare per conto di Axl Rose le condizioni di Adler per vedere se fosse in grado di affrontare una eventuale reunion dei Guns n Roses. Ho detto ad Izzy che avevo dovuto abbandonare il tour perché Adler era fuori controllo, e che Adler probabilmente non sarebbe neppure arrivato in Portogallo. E non c’è arrivato…

A onor del vero, non si parlava così tanto di te sui giornali e su internet da un bel po’ di tempo. Un sacco di gente che ti ha visto con Adler pensa che tu sul palco tu gli abbia rotto il culo. Ma una domanda te la dobbiamo fare: abbiamo visto che questa volta non andrai in tour in Inghilterra, è legittimo pensare che tutto il casino con Adler ti abbia creato qualche problema professionale?
Il Tour con Adler è finito il 14 Febbraio 2006, in precedenza avevo suonato ogni singola sera dal 17 ottobre con le uniche eccezioni del giorno di natale, capodanno e un paio di giorni che mi sono serviti per viaggiare. 119 concerti in 4 mesi.
Sono tornato a New York per due settimane per festeggiare il sedicesimo compleanno di mia figlia e poi sono di nuovo tornato in Inghilterra per altre sei settimane di concerti, fissati prima del tour di Adler.
Non sono stato felice di tutte le accuse di cazzate che sono apparse su internet quando ho accettato la missione di affrontare un tour con la mia band e Steven Adler. Ho fatto il lavoro di 20 persone per portare a termine l’incarico, solo per poter suonare di fronte a quei rock fans.

Sono stato massacrato su internet da della gente che aveva deciso che io ero una specie di mostro manipolatore. La verità è che senza di me non avrebbe fatto più di uno o due concerti in Inghilterra, nè avrebbe superato le nevicate italiane. Le band non si muovono da un posto all’altro grazie alla magia. Ci vuole organizzazione, pianificazione e lavoro duro. Ha detto che la sua band precedente non ce l’aveva fatta ad arrivare in tempo ad un concerto in Germania con appena 200km da fare e questo è il motivo per il quale li ha licenziati. Ad ogni modo, questo tour per me è diventato più lavoro di quanto un singola persona dovrebbe mai gestire, ma l’ho fatto, ho dovuto trovargli 4 o 5 backing band diverse, ho prenotato gli alberghi, organizzato i viaggi, fissato interviste con radio e giornali – e avevamo anche la tv. Ho evitato che le sue date venissero cancellate per via dei cambi di line up e stupidamente ho messo in gioco la mia reputazione coi promoters, che in Inghilterra è sempre stata buona. Gli ho fissato concerti nei giorni off.

Ho guidato, sobrio, per migliaia di miglia, organizzato la logistica di tutto quanto e finanziato il tutto quando necessario. Gli ho fatto da tour manager, a lui, alle sue backing band e alla mia band. In più l’usura del materiale, visto che usava la mia roba! Ho gestito i rapporti con promoters e proprietari di club ogni singola notte, e seguito il merchandise. E non dimentichiamoci che ho suonato cinquanta minuti per notte. Tutto nel nome del rock n roll.

Ho fatto del mio meglio per tenerlo lontano dalle droghe. Si stava già scolando due bottiglie di jagermeister per notte. Stressava chiunque finchè non trovava qualcuno che gli procurasse cocaina. Quando ho provato a intervenire, sono diventato lo stronzo. E’ diventato impossibile parlarci e ragionarci, e tutta la cosa è diventata incredibilmente dilettantesca. Quando ho visto la spirale negativa della cosa senza alcuna speranza di recupero ho dovuto tagliare le mie spese. Ha preso tutti i soldi dei concerti, pagato la sua backing band e mi ha detto di chiamare sua mdre per farmi coprire le spese. Sua mamma ha promesso sia a me che a mia moglie che avrebbe pagato i conti di Steven, ma ha mentito. Sono comunque andato in spagna a mie spese; gli avevo già organizzato il tour spagnolo con uno dei miei bassisti, quindi lui ha giudicato che non gli servissi più e mi è stato dato il benservito. Mi ha sfinito.

Questo era il SUO tour. Ho avuto i miei problemi col MIO tour e i MIEI musicisti. Il mio batterista che ha avuto problemi legali in Inghilterra e gli avevano ritirato il passaporto; è rientrato nel tour per le date inglesi ma è scomparso dopo il secondo concerto senza lasciare traccia e ho dovuto trovare al volo un batterista di riserva per le date irlandesi con un preavviso di quattro ore (e ci sono riuscito). Alla fine si è presentato in Scozia con una fidanzata incinta, e al momento è in attesa di essere processato a Londra per una cosa tipo stupro.

Il mio bassista stava diventando un alcolizzato e continuava a perdere roba importante. Il mio furgone si è rotto durante una pausa e mi hanno fregato il merchandise. E all’improvviso il mio cd “rock like fuck” era in vendita al Dodgy “we buy cd”, nello yorkshire. La moglie del mio batterista di riserva era incinta di otto mesi e mezzo, ha dovuto assentarsi per qualche show e ho fatto una fatica bestiale per trovare una riserva al batterista di riserva. Il mio sito è stato hackizzato dai terroristi musulmani che l’hanno trasformato in un sito porno, per questo motivo mi hanno cancellato un po’ di concerti in Inghilterra e mi sono trovato con un sacco di giorni vuoti, incapace di riempirli visto com’ero preso ad occuparmi della merda di Adler invece della mia.

Tornare a suonare nei pub non era proprio una prospettiva eccitante, ma così è la vita del musicista-operaio. Avevo un sacco di debiti per via del tour di Adler, il mio bassista stava diventando sempre più intrattabile e ha cominciato a suonare col basso sotto la gola stile Level 42 e a improvvisare jazz nelle mie canzoni.

Era diventato un miserabile, ed è diventato un problema. Stavo diventando idiota a causa di tutti questi problemi. Andando a un concerto è esploso il motore del mio furgone, abbiamo trovato un mezzo di riserva per arrivarci, ma il giorno dopo ho cancellato il resto delle date e sono tornato a New York per riorganizzarmi. Sì, direi che ho avuto dei problemi.

Sei un lavoratore inarrestabile. Ti ho visto suonare in bar merdosissimi e in club stupendi, sempre con la stessa energia, indipendentemente dal numero di spettatori presenti. Dopo più di venti anni di carriera, cosa ti da la forza di continuare a questo ritmo inarrestabile?
Mi piace suonare la chitarra. Non do per scontato il privilegio e l’onore di poter viaggiare per il mondo e suonare per professione. Lo faccio per il rock n roll, lo faccio per i fans del rock. I love my heavy metal!

Cosa ricordi di queste canzoni:
Pure S.E.X. Registrata nel mio appartamento, su un quattro tracce, in tre giorni, con Steve Stevens
I want my heavy metal Io e Cliff Williams che facciamo i cori insieme alle Hawaii
Shape of the world Abbiamo fatto il video su un tetto di Hollywood con tre tipe bionde e un punk rocker
Saluda a lola Questa canzone mi ricorda Madrid e gli amici che ho là, e i duecento concerti acustici nei quali l’ho suonata
Je t’aime bebe 800 rocker francesi che la cantano con me all’Elysee Montmartre durante il tour con gli Hanoi Rocks
Dwi facevo dei giochetti con la chitarra al mio portinaio, e lui mi ha detto che avrei dovuto fare una canzone con quel riff
Rock Like Fuck I vigili del fuoco di Turku che sfondano la porta della mia camera d’albergo mentre ero sotto la doccia. Il vapore aveva fatto scattare l’allarme. Questo è successo quando stavo lavorando con Monroe in Finlandia

Stessa cosa: che ricordi hai relativi a questi tuoi colleghi o ex-compagni di band?
Cliff Williams Io e lui in giro per la Hawaii, un figo, il bassista dei sogni per un chitarrista di 21 anni!
Jimmy Crespo Ho passato un anno con Jimmy. Mi ricordo che saltavo di qua e di là con la sua Les Paul del ’59 al SIR di New York. Si è rotta la strap, la chitarra mi è caduta per terra e si è rotta la paletta.
Billy Idol Ha cantato “White Wedding” al mio matrimonio. Mi ricorda Elvis
Izzy Stradlin Quando ancora disegnava gioielli, Izzy mi ha fatto un braccialetto in pelle bianca che ho indossato nel video di Shape of the World
John Paul Jones Il più grande essere umano sul pianeta, il miglior musicista che io abbia mai visto suonare e con cui abbia mai registrato, nonché la persona più sveglia che io abbia mai incontrato. Ho jammato con lui in qualcuno dei miei concerti in alcuni dei pub più merdosi mai visti. Incredibile.
Michael Monroe Abbiamo passato un sacco di tempo in camere d’albergo a scrivere canzoni. Per un po’ abbiamo avuto una band grandiosa ma è durata solo per tre concerti. Una vera star. Un sacco di gente non
vuole che lavoriamo insieme. Avremmo potuto cambiare il rock n roll.

Steven Adler Mi ha comprato un gessato blu a righine bianche perché pensava fossi troppo conciato durante il giorno e si è arrabbiato come una bestia quando mi sono rifiutato di indossarlo. Inoltre, non dimenticherò mai quando è stato buttato fuori da un “Tesco Superstore” vicino Bristol alle 3 della mattina perché si rifiutava di indossare le scarpe. Ma soprattutto, quando penso a Steven Adler, penso alla mia carta di credito.

Hai una carriera bizzarra, piena di saliscendi; quali sono stati i tuoi picchi e quali i tuoi momenti peggiori? Sei mai stato vicino a mollare tutto?
I miei picchi direi siano stati i dieci minuti al Gods of Metal durante il tour coi Wasp e lavorare con John Paul Jones; I miei abissi direi… Il mio 42esimo anno di vita è stato piuttosto duro. Sono piuttosto vicino a mollare J
Ma mi piace troppo suonare la chitarra, spero di trovare un batterista e un bassista ai quali piaccia andare in tour, che non siano malati di mente e che suonino rock.

Hai un pezzo in un tributo a Stiv Bators; hai qualche suo ricordo che vuoi condividere con noi?
Ho aperto per i Lords of the New Church al Ritz di New York. Lì ho incontrato mia moglie. Stiv è venuto a vedermi quand’ho suonato al Gibus di Parigi. Sono andato a casa sua, per un po’ ci siamo frequentati. Dopo che è stato cremato, Johnny Thunders si è pippato un riga delle sue ceneri.

Cosa dovremmo aspettarci da te per il futuro? Hai dei piani riguardo tour e futuri album?
Vorrei trovarmi un agente, sono stufo di fissarmi le date da solo. Probabilmente andrò in tour un po’ qua e un po’ là se arrivano offerte. Al momento però vorrei passare un po’ di tempo a casa mia con la mia bellissima moglie e le mie due figlie. Sono la cosa migliore che potrà mai capitarmi nella vita. Vorrei fare una pausa da tutti questi tour, ma purtroppo, una volta che ti fermi, il mondo si dimentica di te.

O perlomeno così fanno i proprietari dei club. Se riesco a passare un’audizione, probabilmente suonerò con una cover band qui a New York, lascierò qualche altro idiota a preoccuparsi del business e mi limiterò a fare il chitarrista. Forse andrò a nascondermi in qualche villaggio italiano. Forse troverò il modo di poter continuare a suonare.

Saluta i nostri lettori!
CIAO!
ROCK ON
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