Shady Lady: fino a pochi mesi
fa un nome che sfiorava il mito, probabilmente la
prima Glam Rock band americana. Cosa vi spinse a mettere
insieme la band nel lontano 1968?
Entravo ed uscivo da bands sin
dai tempi del liceo e stavo cercando di metter su
una super-band con look ed attitudine particolari,
diversi da qualsiasi cosa in cui fossi stato coinvolto
prima. Sapevo esattamente quel che volevo. Un giorno
incontrai Gerhard al Greenwich Village ed improvvisammo
una jam, la cosa uscì molto bene perché
gusti musicali, idee e stile erano molto simili. Era
rock’n’roll baby… potente e veloce
rock’n’roll. Andò così bene
che decidemmo di proseguire e metter su una band.
Gerhard aveva questo enorme loft nel quartiere che
in seguito sarebbe diventato famoso come Soho, era
perfetto per provare e c’era un sacco di spazio
per viverci. Mi trasferii li e decidemmo di trovare
un chitarrista, ma non uno qualsiasi, doveva essere
veramente “caldo”.
Ne conoscevo
uno che pensavo facesse al caso nostro e la sera seguente
andai a cercarlo. Avevo visto John on stage per delle
jam session con Eric Clapton, Alvin
Lee ed altri noti musicisti allo “Scene”,
un club che frequentavo spesso, e faceva la sua bella
figura in mezzo a questi chitarristi fottutamente
grandi! Chiesi in giro per il village sue notizie
e lo trovai la sera stessa in uno dei bar che frequentava
abitualmente, ci facemmo alcuni drinks e lo misi al
corrente del nostro progetto. La sera seguente venne
a provare con noi, suonammo per ore e ci rendemmo
subito conto che stava nascendo qualcosa di speciale,
John decise di trasferirsi li e così cominciammo
a suonare e scrivere canzoni.
Una delle vostre influenze principali
erano indubbiamente i Rolling Stones,
ma il vostro suono era più tagliente, proto-punk,
quali altre bands vi piacevano e vi ispirarono?
Stefen: (sorridendo) Bene, in
effetti gli Stones erano una nostra ispirazione, ma
è importante sottolineare che eravamo influenzati
anche e soprattutto da molti dei musicisti che a loro
volta influenzarono gli stessi Stones. Per dirla tutta
gli Shady Lady avevano un background talmente vasto
che era arduo indicare una sola band e dire “ecco
da dove hanno preso il loro sound”. E’
divertente quando ci dicono che suoniamo come qualcuno
e la band cui si riferiscono in realtà è
venuta dopo di noi, non sarebbe più sensato
dire che quel “qualcuno” suona come gli
Shady Lady? Questo mi fa davvero ridere….
La scena New Yorkese dei primissimi
70’s ha consegnato alla storia del Rock’n’Roll
personaggi chiave come le New York Dolls,
Ramones, Dictators
etc, per non parlare di bands minori ed apparentemente
scomparse senza lasciare traccia come Magic
Tramps, Rags o Harlots
of the 42nd Street, cosa ricordi di quegli
anni, avevate relazioni con alcune di queste bands?
Ci trasferimmo a Los Angeles prima
che che queste bands si formassero, quindi non ci
furono rapporti con nessuno dei loro componenti, credo
che in seguito sia le Dolls che i
Kiss vennero a conoscenza della nostra esistenza,
ma si formarono comunque dopo di noi. Penso che gli
Shady Lady rappresentassero per la West Coast ciò
che in seguito le New York Dolls
rappresentarono per la East Coast. Eravamo comunque
in rapporti di amicizia con diverse bands di L.A.
ed uscivamo con musicisti della scena locale tra i
quali Iggy Pop. Tornando al periodo Newyorkese uscivo
spesso in compagnia di Jimi Hendrix,
ma era prima di formare gli Shady Lady.
Io, John
e Gerhard ci eravamo da poco trasferiti a L.A. quando
una sera trovammo Jimi in una casa a Laurel Canyon
dove eravamo appena giunti con un branco di “pollastrelle”
rimorchiate al Whiskey. Succedeva un paio di settimane
prima della sua morte... Io e Jimi non ci vedevamo
da parecchio e lui non sapeva che mi ero trasferito
a L.A. per metter su la band, andò letteralmente
fuori di testa quando entrò e mi vide. Mi sentii
veramente di merda quando morì.... Jimi era
una persona fantastica e, come tutti sanno, era semplicemente
il migliore chitarrista del mondo! Sono certo che
manca ancora oggi a parecchia gente così come
manca a me.... comunque sia Leonard (il secondo chitarrista
degli S.L.) possiede ancora la chitarra acustica Martin
che Hendrix suonò quella notte in quella casa...
Non è una figata?
Conoscevi bene Johnny
Thunders, è verità o “leggenda
urbana” che gli proponesti di entrare negli
Shady Lady?
Conoscevo Johnny sin dai tempi
della “street scene” di New York pre Shady
Lady e Dolls, anche se all’epoca non eravamo
amici in senso stretto, ci salutavamo quando ci incrociavamo
per una sorta di mutuo rispetto dovuto ai reciproci
look ed abbigliamento, avevamo uno stile molto simile.
Lo conobbi meglio durante un concerto dei Doors
all’East Village, Gerhard e John erano
con me ed era il periodo in cui facevamo audizioni
per completare la formazione dei futuri Shady Lady.
Chiesi a Johnny se era interessato ad un’audizione
con noi ma declinò l’invito perché
all’epoca suonava il basso e noi avevamo già
Gerhard, in seguito come tutti sanno Johnny entrò
nelle Dolls e passò dal basso alla chitarra.
(ridendo
ancora) Alcuni anni dopo ero a New York ed una sera
entrai al Max’s Kansas City, c’era Sable
Starr con Johnny e gli altri membri delle Dolls. Io
e Sable eravamo amici di lunga data perché
prima di stare con Johnny era stata a lungo la ragazza
di John Christian e con sua sorella Coral erano sempre
a casa nostra. C’era anche il manager delle
Dolls e mi propose di portare le due bands in tour,
risposi che l’idea era fantastica ma…
noi ci eravamo appena sciolti! Per qualche settimana
me ne andai in giro con loro, io e Johnny legammo
al punto che stavamo per prendere un appartamento
insieme, ma all’ultimo momento ci ripensai,
proprio il giorno in cui Sable, io e Roger (un amico
di lunga data sia mio che di Johnny) dovevamo depositare
la caparra per questo appartamento a Manhattan. Johnny
era in tour così telefonai a Sable e le chiesi
di chiamarlo ed avvisarlo che, seppure un po’
mi dispiacesse avevo deciso di tornare a L.A.
Quello stesso pomeriggio andai all’aeroporto
e volai a Los Angeles. Da allora, strano ma vero,
non ho più rivisto nessuno di loro. Anche
Iggy era a New York nello stesso periodo
e tornò a L.A. praticamente insieme a me, però
persi di vista anche lui…. La gente si muove
in diverse direzioni, a volte la ribecchi, a volte
no, la vita è strana e non sai mai cosa può
riservarti, è come un cerchio che a volte torna
su se stesso e ti fa rincontrare persone che non vedi
da tempo, altre volte si interseca con altri “cerchi”
e ti fa incontrare nuova gente….
Cosa vi spinse a trasferirvi
da N.Y. a L.A. e quali erano le differenze più
evidenti tra le due scene?
Innanzi tutto a New York non riuscivamo
a trovare gli altri due membri per completare la band
e stavamo progettando di trasferirci a Londra risparmiando
soldi per il viaggio. Poi John cominciò ad
avere dei “problemi” con alcuni mafiosi,
venni coinvolto anch’io ed in breve la situazione
si fece scottante, così prima che le cose precipitassero
partimmo alla veloce.
Scegliemmo Los Angeles
perché non avevamo abbastanza soldi per andare
a Londra, così mentre io e John ci siamo imboscati
fuori città per un paio di settimane (e –ridendo-
con un paio di pollastrelle a farci “compagnia”),
Gerhard che era fuori da strani giri organizzò
tutto per il viaggio.
Ci caricò
su un Van appena comprato e partimmo per l’Ovest.
Le differenze più evidenti tra N.Y. e L.A.
erano… oddio, ce n’erano troppe…
entrambi i posti erano fighi ma molto diversi. A L.A.
le cose si muovevano più lentamente ed erano
più “nascoste” ma il clima era
decisamente migliore e le donne erano impressionanti,
non capire male, anche a N.Y. ce n’erano alcune
strafighe, ma… L.A. era piena di queste biondone…
autentiche strafighe da cinema. (ridendo) Giravamo
molto di più che a New York e le donne ci “trovavano”
facilmente, ma la cosa più importante fu che,
dopo tantissime audizioni in entrambe le città,
qui trovammo i due membri per completare la formazione.
L.A. è la patria di due
personaggi chiave della scena Glam Rock: Kim
Fowley e Rodney Bingenheimer che
aprì la mitica English Disco, fulcro per l’intera
scena Glam Rock, la frequentavate? Che ricordi avete
di quel periodo?
Non abbiamo passato poi molto
tempo li, credimi. C’erano così tanti
parties e così tanta gente che si seguiva che
avevamo un’autentica “corte”, specialmente
al Rainbow sul Sunset Strip dove eravamo di casa,
ma anche al Whiskey quando non suonavamo. Il posto
dei “real-parties” era casa nostra, dove
ero solito alzarmi la mattina e buttare fuori una
marea di gente, puntualmente bivaccata in ogni angolo
della casa, fuori ed attorno alla piscina.
Rodney’s
era un posto ok ma era un po’ troppo di “bassa
lega” per me, prima di chiamarsi così
si chiamava “OOH POO PAH DOO” ed era decisamente
meglio, quando ci suonavamo c’era sempre il
pienone e la “scena” era “totale”,
paragonata a quella l’English Disco era come
“gli avanzi della cena del giorno prima”
(ridendo).
E’ vero che David
Bowie si è ispirato agli Shady lady
quando ha scritto “Lady Stardust”? La
cosa non mi meraviglierebbe affatto, penso abbiate
influenzato parecchia gente in quegli anni da “prime
movers”…
Yeah, non c’è dubbio
che abbiamo influenzato parecchie bands e parecchia
della musica che è venuta dopo di noi. Riguardo
“Lady Stardust” non ne ho la certezza,
ma posso dirti che quando Bowie venne
a vederci al Whiskey era proprio il periodo in cui
stava componendo i brani di “Ziggy Stardust”.
La sua canzone descrive la scena di quel periodo ed
in particolare quella nottata di cui parlo anch’io
in “All Night Long”. Per dirla tutta è
probabile che sia più di una diceria che il
brano fu scritto su di noi.
Quando ho ascoltato per la prima
volta i 5 brani del promo che mi hai spedito sono
rimasto a bocca aperta, ottimi pezzi e, soprattutto,
in anticipo su tutte la altre bands in seguito diventate
più o meno famose. Il vostro management era
lo stesso dei Cream, Bee
Gees e Buddy Miles, cosa
vi impedì quindi di stampare il debut album?
Si, avevamo un ottimo management
con Robert Fitzpatrick e Max
Byfuglin che credevano molto in noi, eravamo
i loro preferiti ed avevano piani grandiosi per gli
Shady Lady, ci coccolavano e proteggevano mentre per
qualche oscura ragione la maggior parte dei discografici
era infastidita da noi, e ci tirava addosso merda.
C’erano però alcuni giornalisti e musicisti
convinti che saremmo diventati grandi come gli Stones.
Dopo aver ricevuto diverse offerte da alcune compagnie
discografiche firmammo per la Scepter Records di New
York, una piccola label che fece di tutto per scritturarci
nonostante fosse già pesantemente indebitata,
cosa di cui noi non eravamo al corrente.
Il nostro
album era praticamente già pronto, mancavano
solo un paio di ritocchi ed il mixaggio finale, ma
alla Scepter non ebbero nemmeno l’occasione
di ascoltarlo, se fosse successo... chissà,
avremmo potuto aiutarli ad uscire dalle grane, essere
la loro salvezza… Non conosco bene le cause
del loro dissesto finanziario, certamente non gli
Shady Lady perché non abbiamo visto una lira,
il nostro contratto riguardava solamente la distribuzione
e la promozione dell’album ma non vennero mai
versati nemmeno quei soldi. In seguito ho sentito
dire che la Scepter fece investimenti sbagliati su
alcune 50’s oriented bands, rimanendo così
in “braghe di tela” e chiudendo i battenti.
Dopo quanto tempo decideste
di sciogliere la band e quali furono le principali
cause?
In realtà non volevo sciogliere
la band, ma John spesso non si presentava alle prove,
ai meeting o alle photo sessions, per quel che ne
sapevo era completamente fatto, in balia dell’eroina.
Billy (il batterista) era perennemente immerso nei
suoi sogni di essere un alieno e diventare il frontman
di una sua band (cosa che realizzerà da li
a poco con gli Zolar X – n.d.a.).
Gli altri due… non ne sono certo ma probabilmente
avrebbero continuato con gli Shady Lady se avessimo
deciso di sostituire John e Billy, la cosa però
era difficile perché eravamo io e John a scrivere
insieme quasi tutti i pezzi. Billy era un gran batterista
ma si poteva sostituire ma John... questo era un problema.
Lui ed io
eravamo il “dynamic songwriting duo”,
merda, fra i media c’era addirittura chi ci
paragonava a Lennon/McCartney
o a Jagger/Richards.
Non che si debba credere a tutto ciò che scrivono,
spesso sono una marea di cazzate, comunque noi due
eravamo estremamente affiatati quando scrivevamo canzoni,
c’era qualcosa di magico. Il colpo di grazia
poi arrivò un giorno che tornammo agli studi
Dress Revue, dove abitualmente facevamo le prove,
per portare via la strumentazione, e scoprimmo che
non c’era più nulla. John aveva venduto
od affittato tutto per pagarsi la droga ed il volo
per Londra, ci aveva derubato ed abbandonato! Avrei
dovuto tentare di salvare il salvabile e tenere insieme
la band ma eravamo così delusi e bruciati che
sarebbe stato inutile. Il manegement a quel punto
mi chiese di passare alla carriera solista ma rifiutai,
me ne andai e tutto finì.
Da alcuni anni anni a questa
parte sembra ci sia un rinnovato interesse per i 70’s
ed il Glam Rock in particolare, grazie anche a siti
ben curati come 70’s Invasion o Glam Rock Bear,
hanno visto la luce albums fondamentali come quello
di Brett Smiley e stanno per uscire
il vostro e “Timeless” degli Zolar
X, finalmente anche gli Shady Lady potranno
raccogliere quanto di buono hanno seminato non credi?
Oh, beh, non so esattamente cosa
avremmo meritato, ma sicuramente è giunto il
momento che la gente la fuori conosca la nostra musica.
Almeno quelli a cui il nostro stile di rock’n’roll
può piacere.
Ho saputo che la label italiana
Rave Up è interessata a ristampare in edizione
limitata in vinile il vostro album, avete raggiunto
un accordo?
Si, stiamo per stampare una edizione
in vinile e la Rave Up Records sta lavorando alla
grande, dovrebbe essere disponibile dal 15 Dicembre
in una tiratura limitata, per cui vi suggerisco di
mandare velocemente una mail (www.petrosh.it/raveup/index1.htm)
e prenotarlo subito, tra l’altro è in
vinile rosso trasparente! Stiamo cercando anche di
uscire con un CD distribuito su più larga scala,
non abbiamo ancora deciso come e quando ma io, Leonard
e Gerhard stiamo valutando diverse opportunità.
Di quel che vuoi ai tuoi fans
italiani…
Oh, devo dire che mi sarebbe piaciuto
molto se le nuove generazioni avessero potuto sperimentare
in prima persona tutte le cose accadute a fine 60’s
ed inizio 70’s, non so se mai accadrà
ancora qualcosa di simile a quel che accadeva in quel
periodo ma lo spero. La triste realtà per ora
è che la scena musicale contemporanea non regge
il confronto. Sarebbe una gran cosa se bands uniche
e di talento riuscissero ad emergere trascinandoci
tutti in una frenesia totale, è da troppo tempo
che non emerge qualcosa di realmente eccitante ed
energico nelle “real music scene”. Cosa
cazzo c’è che non funziona? Alziamo tutti
le fottute chiappe e diamo il via ad una nuova rivoluzione
dell’underground rock’n’roll!