Nonostante il maltempo che da giorni imperversa sul nord Italia, la data di Mitch Malloy in Italia fa registrare un buonissimo afflusso presso questo live pub alle porte di Lodi. Il concerto in questione è una sorta di omaggio alla band che Malloy ha scelto per alcune date nel vecchio continente, composta interamente da musicisti italiani che lo hanno accompagnato in concerti importanti come quello al Firefest inglese. Alessandro Mori (batteria) , Anna Portalupi (basso) Alessandro del Vecchio (tastiere e cosi) e Mario Percudani (chitarra e cori ) sono musicisti già noti all’interno del movimento melodic Rock italiano e non solo, grazie ad una serie di album e collaborazioni di primo livello. Ad aprire la serata in un locale bello pieno sono i padroni di casa Hungyheart, guidati proprio da Mario Percudani che in circa 45 minuti a oro disposizione ci fanno ascoltare diversi brani estratti dalla loro ultima fatica discografica “One Ticket to Paradise” che ritengo essere la migliore release italiana di tutto il 2010.
E anche dal vivo i pezzi non deludono, a partire dall’opener “Boulevard of Love” passando per la trascinante titletrack ( con spettacolare assolo di Mario ) alla bellissima “Angela” con il cantante Josh Zighetti in grande evidenza. Viene proposta anche la cover di “Man in the Mirror” di Michael Jackson che viene molto apprezzata dal pubblico, mentre dal primo album vengono suonate “Stealing the Night” e la bellissima “River of Soul” posta in chiusura di serata. A conti fatti un’ottima prestazione del quartetto lodigiano che si conferma una delle realtà migliori della nostra scena odierna, con quel loro sound a metà tra arena rock, AOR e divagazioni simil blues che conquistano ad un primo ascolto. Note di merito anche per la massiccia sezione ritmica con Steve Lozzi al basso e Paolo Botteschi alla batteria che supportano alla grande la struttura delle canzoni. Dopo circa 20 minuti è il momento di Mitch Malloy che apre subito col botto… “Mission of Love” infiamma subito i presenti che hanno modo di tastare l’ottimo stato di forma del biondo cantante americano, sia vocale che fisica.
L’omonimo album del 1992 viene ripercorso in lungo e in largo con ottime versioni di “Stranded in the Middle of Nowhere”, “Forever”e della toccante “Our Love Will Never Die” eseguita da Malloy per sola chitarra e voce. La band gira alla perfezione, le backing vocals di Del Vecchio e Percudani si integrano perfettamente con la voce solista e Mario dimostra una volta di più il suo enorme talento che lo rende un chitarrista davvero super. C’è spazio anche per un estratto da “Shine” ovvero “It’s About Love”, mentre ampio spazio viene dedicato al nuovo album “II”, che ha segnato il ritorno di Malloy al melodic rock che lo aveva condraddistinto ad inizio carriera.
Molto belle “Falling to Pieces” e la ballad “Carry On” scritta dopo la morte di Steve Lee dei Gotthard ed a lui dedicata, mentre uno dei momenti migliori della serata è sicuramente “Love Song” scritta insieme al chitarrista di Bryan Adams, Keith Scott, pezzo fantastico che non avrebbe sfigurato in un album del rocker canadese nel periodi di massimo splendore. Dopo circa un’ora i saluti e il rientro per i due bis con l’acclamata “Anything at All” e la sognante “All My Friends” estratta ancora dal nuovo album e dedicata da Malloy a tutti i fans presenti. Alla fine molti applausi per Mitch e per la band, con la promessa di rivederlo presto, magari la prossima primavera ora che la sua connection italiana è ben avviata.
Un grazie doveroso a chi si è speso per organizzare una serata come questa, la passione e la dedizione alle volte fanno veramente miracoli.
Nonostante il maltempo che da giorni imperversa sul nord Italia, la data di Mitch Malloy in Italia fa registrare un buonissimo afflusso presso questo live pub alle porte di Lodi