Apprezzabile prova del musicista italo-canadese, che ci presenta un disco di rock influenzato fortemente dagli artisti d’Oltreoceano, rielaborando suoni e soluzioni che hanno fatto la fortuna di gente come Springsteen, Del Leppard, Bon Jovi, Bryan Adams, Dire Straits e se vogliamo, anche Gotthard.
Ben suonato e strutturato, “Hard Times” avrebbe però bisogno però di una botta di vita. Nove canzoni stilisticamente inseribili nel filone Melodic Rock/Aor, prodotte in modo più che decoroso e suonate da musicisti tutt’altro che sprovveduti, che rimangono in bilico tra un ottimo mestiere e un’energia, che per qualche ragione rimane al palo.
La canzone d’amore “Cryin’”, le stuzzicanti melodie di “Nothing’s Guaranteed” e l’avvelenata “Poison Girl”, sono a mio avviso i picchi di un disco dai tratti decisi, dai suoni gradevoli e pur non trovandoci di fronte a chissà quale rivelazione, rimane un ascolto piacevole, ma non obbligato.