“We Rock”, “The Last in Line”, “Speed at Night”, “Evil Eyes”, “Egypt (The Chains Are On)”, sono solo alcune delle più rappresentative canzoni presenti nel secondo album dei Dio dal titolo, appunto, “The last in Line“, uscito nel 1984.
Di quella band immortale, oltre al titolare del marchio sua santità Ronnie James facevano parte il fido Vinny Appice alla batteria, Jimmy Bain al basso, Vivian Campbell alla chitarra ed il baffuto tastierista Claude Schnell. In anni recenti dove i dischi tributo ed i project per festeggiare qualche anniversario o ricorrenza sono all’ordine del giorno quella band ha deciso nel 2012 di tornare insieme con l’aiuto del cantante Andrew Freeman per tributare a Dio, appena scomparso, e ai Dio dei bei tempi andati la giusta commemorazione.
La band ha debuttato insieme per la prima volta il 3 agosto 2013 allo Slidebar di Fullerton in California e da allora gli show ed i tour sono aumentati esponenzialmente.
Suonando insieme, si sa, nascono idee che si trasformano in brani ed il passo è stato breve nell’imbastire questo “Heavy Crown”, il loro debutto uscito per la partenopea Frontiers che non si è lasciata scappare l’occasione di metterli sotto contratto.
Perso Claude Schnell per strada la band era pronta ad inizio anno in rampa di lancio per la pubblicazione del debut e svariate “gigs” quando il 24 gennaio Jimmy Bain è improvvisamente mancato subito dopo aver suonato con la band su una nave da crociera al Def Leppard’s Hysteria on the High Seas.
Dopo questa tragica disgrazia l’uscita del disco in febbraio ha avuto una valenza speciale facendolo vedere con occhi diversi al grande pubblico. Che valore musicale nel 2016 può avere questo “Heavy Crown“? Che utilità che può avere una band come questa ai giorni nostri ? Ai posteri l’ardua sentenza anche se l’ascolto del disco già rivela degli indizi…
Quello che colpisce fin da subito già dall’aggressivo mid-tempo “Devil In Me” è la splendida voce del cantante Andrew Freeman, una vera sorpresa per interpretazione e “range” vocale. “Martyr” è invece una granata metal “old school” dove i riff di Viv sono in primo piano e la sezione ritmica fa vedere tutta la sua classe ed esperienza. Il background della band c’è e si sente ma la produzione pulita e potente di Jeff Pilson da ai pezzi un piglio attuale e moderno. “Starmaker” è un mattone dark in pieno stile Black Sabbath ma anche uno dei brani più convincenti del disco. I ritmi sono quelli rallentati tipici dei brani cari a Ronnie James Dio: mid tempos cupi e epici come “Burn This House Down” che, insieme a “I Am Revolution” sono anche un puro esercizio di stile fine a se stesso.
I brani migliori per qualità sono sicuramente posizionati all’inizio con l’album poi che si assesta su classici standard revivalisti come in “Already Dead” o “Curse The Day” che impressionano solamente per il livello tecnico dei musicisti.
Echi alternative in “Orange Glow” mentre la finale “The Sickness” emana ancora una volta oscuri effluvi “anni novanta”. Insomma un album che non passerà certamente alla storia ma che regala qualche momento convincente qua e là, dimostrando che classe ed esperienza non sono acqua…
Paragoni con i Dio dei tempi d’oro è irrispettoso farli perché se l’idea di base è nata proprio dalle ceneri di quella band indimenticabile è vero anche che i Last in Line hanno quel DNA e tendono ad evidenziarlo lungo tutto l’album: insomma, le radici derivano da là ma poi i musicisti coinvolti sono stati bravi a non restare impelagati nel mero plagio del copia-incolla. Il merito va molto ad un ispirato Vivian Campbell che in alcuni casi fa rimpiangere tutti gli anni di carriera “buttati” alla corte dei Def Leppard, “cotti” ormai da decenni.
Sostituito il compianto Jimmy Bain con un altro monumento delle quattro corde come Phil Soussan per adempiere gli impegni presi dal vivo la scommessa più grande sarà vedere se questa band avrà un futuro nonostante tutte le vicissitudini a cui è andata in contro negli ultimi mesi. Per il momento non ci resta che incrociare le dita e goderceli al Frontiers Rock Festival come headliner del primo giorno…
Frontiers Records 2016
www.lastinlineofficial.com
MATTEO TREVISINI
[mom_video type=”youtube” id=”P8t-9o-jyrI”]