E’ quasi una sorpresa quando si scopre che questi Kickin’ Valentina vengono da oltre Oceano… po tonnellate di bands streets/glam provenienti dalla Scandinavia e da un po’ tutto il globo terracqueo: ci si era un po’ dimenticati di dove sia nato questo genere, dopo tutti questi anni di globalizzazione anche a livello musicale.
United States of America… si certo, il loro luogo di nascita è quello anche se la carta d’identità indica precisamente Atlanta , Georgia come loro città d’origine, famosa più per il suono sudista di Black Crowes e dei nuovi idoli del genere Blackberry Smoke.
Ma Atlanta, si sa, è una città grande ed evidentemente non ci sono solamente ranch, cavalli, vacche e cappellacci da cow boy ma anche strade malfamate, bar illuminati da neon malfermi e prostitute con il trucco sbavato da ore di duro lavoro: questo ambientino ha fatto da humus alle velleità compositive di questi quattro ceffi che sin dal monicker hanno spinto le loro ambizioni artistiche verso i cessi sporchi del Cathouse in piena epoca d’oro (se leggete questo sito non occorre che vi ricordi a che anni mi riferisco!).
Super Atomic (…anche il titolo sa di retrò!) è un debutto sincero, con le palle e per niente paraculo anche se uscito con trent’anni di ritardo: spruzzando vizio e viscidume da tutti i pori regala quaranta minuti di insano divertimento. Certo, non è un capolavoro, anzi, ci sono parecchi deja vù durante l’ascolto ma quando qualcuno nel 2015 riesce a comporre un brano come “Super Atomic Poster Boy”, con un coretto talmente debosciato che ti vien voglia di andare sotto la mini gonna di finta pelle della prostituta suddetta a pippare bianca e a bere Jake come se non ci fosse un domani allora si, che ci si accorge che i Kickin’ Valentina non sono poi tanto inutili.
Ogni cosuccia in questi solchi è fatta in maniera certosina: la produzione sporca ma pompata, i riff taglienti e sudici di Herber Pampillon (ma con questo nome da dove è uscito??? …dai Turbonegro???) e la voce grezza e catramosa di Joe Edwards che – se non originalità – dimostra personalità. “On My Side” e “Wrong Way” sono ottime per iniziare con il pedale sull’acceleratore… mentre altri highlights sono sicumente “When You’re Gone”, con il suo giro circolare ed il suo chorus languido e l’accattivante “Anita” ma non ci sono cali vistosi di tensione ed il disco scorre giù piacevole come un bel bicchiere di bourbon.
La verità è che questi signori sanno scrivere canzoni maledettamente invitanti, chissenefrega che siano fuori tempo massimo…attitudine, lascivia, e sporcizia sono garantite… serve altro ???
Matteo Trevisini
Mighty Music 2015
kickinvalentina.com
[mom_video type=”youtube” id=”-g9KvqmVzc4″]