“Dead On Arrival”… deceduti all’arrivo… quindi, dopo tutti questi anni siete arrivati morti alla realizzare dell’album di debutto? …vi è costato di più in: soldi, tempo, donne, sudore o alcol?
(Simo) “D.O.A” indica anche tutti quei prodotti ricevuti malfunzionanti… dopo tutto sto tempo vi beccate pure un disco rotto, è il nostro modo di essere stronzi fino in fondo!
Scherzi a parte, questo disco, che ironicamente avremmo anche potuto chiamare “Greatest Hits” chiude un ciclo e ne apre un altro. Contiene sia la parte migliore del vecchio materiale che ci è rimasta incrostata addosso, sia pezzi nuovi più freschi scritti durante la gestazione del disco. Disco che abbiamo registrato assieme a Roby Vitari (che suona anche tutte le parti di batteria) presso i Number8 Studios, qui a Torino.
Giocando “in casa” abbiamo avuto tutto il tempo per fare le cose con calma, e Roby ha saputo far suonare nel modo giusto quelle canzoni… un ottimo lavoro!
Al disco hanno partecipato come ospiti diversi nostri amici: Gabriele al sinth, Kelly (Crackhouse) e Josh (Hungryhearts) ai cori, mentre Paolo Serazzi ha suonato le parti di pianoforte in “How” e “More Than It Hurts You”.
Il mastering è stato poi affidato ad Alessandro Vanara, sempre di Torino.
Quindi, a conti fatti, considerato che lo studio è nostro, che il tempo è dalla nostra parte e che le donne non le paghiamo… sicuramente il disco ci è costato di più in termini di alcol!
Siete usciti con la Logic(il)logic, come avete raggiunto in contratto con loro e volete spendere due parole anche sullo sbattimento che si stanno facendo Oscar e Stefano per pubblicare tutte queste release?
(Simo) Conosco Stefano da un sacco di tempo, e grazie a lui siamo entrati in contatto anche con Oscar… credo fosse durante un Summer Glam Attakk. Siamo rimasti in contatto con loro durante le registrazioni del disco, avevamo anche ricevuto un offerta da una label svedese che da lì a poco è fallita miseramente, così, colpiti favorevolmente dallo sbattone che si fanno Oscar e Stefano, li abbiamo risentiti e abbiamo dato alle stampe “Dead On Arrival”. In tutto questo tempo Street Symphonies/Logic(il)logic sono cresciute e si stanno dando un gran da fare, l’ultima fatica è la ristampa della prima demo dei Jolly Power, e consiglio a tutti di prenderla, per pagare il giusto tributo a una delle band storiche qua in Italia!
(Harry) la Street Symphonies / Logi(il)logic è una realtà Italiana, dove prima non c’era nulla nel genere musicale che trattano loro ora c’è un’etichetta, è un importante passo avanti in questa scena musicale sgangherata e spero che la cosa possa crescere, nonostante i dischi, ahimè, non si vendano più. La passione e la dedizione con le quali lavorano Oscar e Stefano è certosina e sono convinto che le loro soddisfazioni, almeno dal punto di vista artistico, se le stanno pian piano togliendo
Avete appena pubblicato il video di “700.000”, aneddoti sulle riprese e significato della canzone?
(Simo) Abbiamo girato il video assieme a Alberto e Patrick della ProblematicEnt presso la nostra seconda casa, lo United Club di Torino. Alberto e Patrick fino ad allora si erano occupati soprattutto di video di skate, ma hanno accettato con entusiasmo la proposta di lavorare a un videoclip musicale, e lasciami dire che il risultato finale è superlativo! Video e canzone raccontano le storie di quattro icone mediatiche, scaraventati dalla ribalta dei riflettori di Hollywood ai bassifondi, in un turbinio di droga, alcol e vizietti pericolosi…
(Harry) E’ stata una bella esperienza, lavorare con i ragazzi della ProblematicEnt è stato molto stimolante, l’atmosfera era rilassata e distribuivamo birre marchiate HK a tutti gli avventori che passavano di lì. Più che girare un video sembrava di dare un party!
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“All Tomorrow’s Parties”: parlando di party mi viene in mente quello di presentazione del vostro disco dove mi dicono sia stata una grande festa… ce ne volete parlare?
(Simo) Il party di presentazione si è svolto allo United Club, ed effettivamente è stata una grande festa tanto che, ehm… ho i ricordi parecchio confusi. Buon segno, no?
(Harry) Il release party del disco è stata veramente una grande festa, giocavamo in casa, sai dopo anni e anni che non fai una release ufficiale la gente si aspetta qualcosa di grandioso e abbiamo cercato di non tradire le aspettative. A partire dalla band di supporto, i Superhorrorfuck che nonostante il genere diverso hanno scaldato i motori egregiamente. Poi verso la fine dello show Livio (il nostro bassista) è finito al pronto soccorso per essere caduto dal bancone del bar mentre suonavamo uno degli ultimi pezzi. Abbiamo finito lo show con un uomo in meno, una tonnellata di stelle filanti e un pubblico entusiasta. Da tutto questo ne abbiamo tratto il videoclip di “Our Memories May Be Right” anche se purtroppo mancavano alcune perle della serata nel materiale filmato. La prossima volta ci facciamo seguire da una troupe in stile grande fratello!
(Simo) E a proposito di feste e di United Club, segnalo, a chi volesse venire a fare casino, un concerto che faremo il 29/10 assieme a Thee STP, Living Dead Lights (direttamente da Los Angeles!) e Great Dolls of Fire. La serata sarà benefit per il locale, che a luglio è stato seriamanete danneggiato da un incendio. Vogliamo un mondo di bene ai ragazzi del Club, e non possiamo certo perdere il posto dove adoriamo stordire i nostri sensi, no? Festeggierò anche il mio compleanno, per cui se siete fortunati vi capiterà qualcosa da bere, cosa volete di più, un Lucano? Ci sarà anche quello! Info qua: http://wp.me/p1HmCX-6x
La formazione del gruppo ha avuto qualche cambiamento, quale è la line up attuale? Che fine ha fatto Juri e soprattutto, con quanti e quali batteristi state suonando?
(Simo) Ora alla batteria c’è Lollo, nostro amico da un fottio di tempo, che aveva già suonato assieme a noi in precedenza… non ha bisogno di presentazioni, è un batterista devastante, e siamo davvero felici di averlo ritrovato.
Juri purtroppo è stato vittima di un incidente alla mano… e così Dome è passato alla chitarra, e ora al basso c’è Livio, un’altra nostra vecchia conoscenza e un altro barfly dello United!
(Harry) Chiunque suona deve fare i conti con la difficoltà di avere una formazione troppo stabile, mettere sempre d’accordo 5 teste diverse è un’impresa quasi impossibile e d’altro canto anche stimolante. Certo, il fatto che Juri si sia fermato per cause di forza maggiore è stato un duro colpo per noi, ma alla fine è giusto guardare avanti, cambiare decine e decine di batteristi ci ha temprato lo spirito.
Come si trova Dome in questo ruolo di cugino terrone di Dregen?
(Simo) Più che cugino terrone di Dregen, direi fratello terronissimo di Steve Conte, col quale condivide tra l’altro le origini calabresi. E sì, è felicissimo di suonare la chitarra!
…e invece Harry nelle vesti di papà-rocker?
(Harry) Ahahah! E’ una bella soddisfazione, alla fine lo sbattimento è quadruplo rispetto a prima, ti trovi a fare cose che non avresti mai pensato di fare, ma ne vale la pena, la nuova generazione merita lo sbattimento!
Il nostro Gaetano Fezza in sede di recensione ha scomodato Demolition 23, Shake The Faith, Backyard Babies e Social Distortion come termine di paragone, a quali di questi vi sentite più vicini?
(Simo) Di questi nomi sicuramente i Demolition23, una band che puntualmente mi devasta il cuore ogni volta che sento l’omonimo disco, un lavoro perfetto!
Ovviamente adoro Social Distortion, Shake The Faith e Backyard Babies, anche se tra le mie influenze il peso più forte è sicuramente esercitato dai D-Generation.
A volte ho letto recensioni con paragoni un po’ imbarazzanti, roba glam anni 80, oppure Hardcore Superstar (che per inciso mi fan cagare). Capisco che il nome “Hollywood Killerz” faccia immaginare il Sunset Strip e blahblahblah, ma ora come ora, per quanto abbiamo consumato i dischi di Poison ed LA Guns, non sono certo un’influenza né un termine di paragone sensato…
(Harry) Stilisticamente sento più vicini i Demolition 23, ma devo ammettere che personalmente il paragone con gli Shake The Faith è lusinghiero, ho consumato quel disco a forza di ascolti ed è stata sicuramente una pietra miliare nella mia formazione musicale. Ad ogni modo tutte e quattro le band che ha citato il Fezza sono sicuramente presenti in Dead on Arrival, un poker d’assi azzeccatissimo!
A proposito, nell’ultimo Glam Attakk avete fatto il botto chiamando a suonare Michael Monroe, pro e contro di questa scelta e quale sarà il futuro del festival?
(Simo) Quando ci è capitata tra le mani la possibilità di avere Michael Monroe come headliner del Glam Attakk non ci abbiamo pensato due volte! Ne è valsa la pena sicuramente, e vuoi mettere la soddisfazione di calcare lo stesso palco di Sami Yaffa? Aspetti negativi… beh, tanti contrattempi, rotture di scatole, soldi persi… ma fa parte del gioco. Il futuro del Glam Attakk è nebuloso, a mio avviso si son persi un po’ i presupposti su cui era nato. Da festival ultra underground fino ad arrivare a una edizione con Michael Monroe, in 10 e fischia anni è cresciuto tanto… vedremo come andrà a finire! Quel che voglio evitare è farlo “tanto per”, e dover sottostare ai voleri del pubblico, che ora come ora si entusiasma solo per bellocci svedesi e cotonati. In tal caso preferisco che se ne occupino altre persone…
(Harry) Tra i pro c’è stato passare tutta la serata con Sami e Steve che erano belli su di giri e vedere la partecipazione del pubblico per tutta la serata, questi pro per me hanno surclassato tutti i contro e sono sicuro che quella data me la ricorderò a lungo!
Prendete i gruppi di tutte queste edizioni e fate una sorta di scaletta “best of” del Glam Attakk…
(Simo) Peppermint Creeps… sono quelli che mi hanno dato la più grossa soddisfazione, e quelli che giocoforza non riavremo mai più sul palco del Glam Attakk. Mi mancano un sacco…
Michael Monroe, ovvio. E Vains Of Jenna, anche se adesso col nuovo cantante non mi entusiasmano. Slam Dunk, ma solo perché voglio un sacco bene a Chris! Basta, direi…
(Harry) Mike Monroe indubbiamente merita il primo posto in questa sorta di best of, ma anche, come dice Simo, i Peppermint Creeps. Aggiungo anche i Dogs D’Amour che in quell’edizione avevano una formazione dignitosa, i Nasty Idols e gli Sparkling Bombs. Anche tra gli Italiani ci sono dei nomi da best of. Qualcuno? Lester, i Bastet, i Crackhouse, Francesco C, gli Smelly Boggs, i Jolly Power…
So che avete già in cantiere diverse nuove canzoni, dopo le vacanze si potrà parlare già di nuovo disco o dobbiamo aspettare altri 10 anni?
(Simo) Abbiamo pronti un decina di pezzi, e altri in cantiere. Alcune delle nuove canzoni le stiamo già rodando dal vivo… l’idea è di registrare le demo a fine anno, e lavorare al disco nuovo a inizio 2012.
(Harry) DOA ci ha messo talmente tanto ad arrivare che quasi non credevo ai miei occhi quando finalmente lo tenevo tra le mani, ma una volta iniziato non ci fermiamo più, stiamo scrivendo una marea di roba nuova e se non subentrano particolari complicazioni vogliamo far uscire il seguito entro il 2012
Le nuove tracce ripercorrono il sound di “Dead On Arrival” o ci dobbiamo aspettare qualcosa di nuovo?
(Simo) Sarà un lavoro molto diverso da “Dead On Arrival”… nessun lento, nessun pianoforte, pezzi veloci e diretti, e per quanto mi riguarda, suoni di chitarra più vari… ci sarà più ambiente, più botta live… lo registreremo nuovamente ai Nr8 Studios, ma stavolta affideremo il mastering a una persona diversa, abbiamo un nome molto interessante in testa…
(Harry) Sicuramente sarà più istintivo, più punk. I testi sono più diretti e le melodie più accessibili, insomma, nessuna rivoluzione ma tanti cambiamenti, in fondo che senso avrebbe fare un disco uguale all’altro?
Siete il primo gruppo ad essere intervistato nella nuova versione di Slam!, vi ricordate come siete venuti a conoscenza dell’allora fanzine cartacea?
(Simo) Forse i primi a ricevere l’intervista, ma come al solito tra i più lenti a rispondere! Io ho scoperto Slam! cartacea grazie ad Harry, e ho ricambiato il favore facendogli conoscere il mitico mail order Killer Clown, ai tempi una miniera per il genere che noi tutti adoriamo! Umberto, Dio ti benedica!!
(Harry) Se non sbaglio ho conosciuto Slam tramite la pubblicità su Trash n’ Crash o Leather Boyz, è passato talmente tanto di quel tempo che i ricordi si fanno confusi.
Un personaggio della scena, per descrivere SLAM! disse: “il sito blu con le stelline”, inventatevi un quote, una frase anche voi che secondo voi possa identificare SLAM!
(Simo) L’unica fanzine in cui fosse possibile leggere nomi come “Aaron Kristo”, “Tyketto” e “Cassina de’ Pecchi” nello stesso numero!
(Harry) Il sito di quello là che aveva disegnato la copertina del demo degli Starry Eyes!