L’esordio dei Temperance Movement e “Devil on My Shoulder” degli Hell In The Club, sono gli album che ho ascoltato di più negli ultimi tre anni. Approfittando dell’uscita del nuovo “Shadow Of The Monster” ci siamo messi in contatto con il bassista Andy per sapere qualcosa di più su questo progetto nato nel 2009 dai membri di Elvenking e Secret Sphere.
Ciao Andy, prima di tutto benvenuto su Slam! e grazie per la disponibilità. Ti evito la solita “come sono nati gli Hell In the Club“, ma ti chiedo come sei diventato musicista e cosa o chi ti ha spinto a formare un gruppo hard rock?
Ciao e grazie mille a voi!
Ho deciso di diventare un musicista quando anni e anni fa rimasi folgorato vedendo in tv il live a Wembley dei Queen e successivamente quando vidi per la prima volta il video di Sweet Child o’ Mine dei Guns n’ Roses.
Queste sono sicuramente le mie due band “madri” come musicista :-).
Quindi puoi immaginare che la mia più grande passione sia sempre stata appunto l’hard rock nonostante adori tantissimi generi di musica diversi.
Così per anni ho provato a tirarmi su una band tutta mia in questo stile ma con scarsi risultati fino a quando non ho messo in piedi gli Hell in the Club.
Tra i tuoi riferimenti citi Nikki Sixx, Duff Mckagan e Rachel Bolan… cosa ne pensi dello scioglimento dei Motley Crue, della reunion dei Guns n’ Roses e della rotazione di cantanti negli Skid Row?
Sono contento di aver avuto la possibilità di vedere i Motley Crue per ben 4 volte e sia la prima che l’ultima mi sono piaciuti davvero tanto. E’ una band con dei pezzi magici per me.
Per quanto riguarda i Guns n’ Roses non posso che essere felicissimo di questa reunion visto che insieme non li ho mai visti. Sono per me una band importantissima e quando ho letto della reunion ufficiale ero al settimo cielo.
Ora li aspetto qui in Italia!
Anche gli Skid Row non li ho mai visti insieme.
Come per i Guns gli ho visti separati ma mi farebbe piacere avere la possibilità di vedere anche una loro reunion.
Tra l’altro loro dal vivo mi sono piaciuti davvero tanto e hanno una gran botta. Li ho visti sia a Milano che a Torino con alla voce Johnny Solinger.
Gli Hell In the Club vivono sparsi per il Nord Italia, quanto vi aiuta in questo caso la tecnologia e come si svolge il vostro processo compositivo?
Per noi la tecnologia è fondamentale. Specialmente in fase di composizione. Grazie a internet riusciamo a mandarci provini e idee in tempo e costo 0. Le nostre canzoni di solito nascono dall’idea di uno solo che viene poi lavorata e arrangiata da tutti quanti. Dave si occupa poi della parte delle linee vocali e io e lui insieme scriviamo i testi.
E una macchina che è sempre stata cosi fin dall’inizio e credo che non cambieremo. Successivamente poi ci troviamo a metà strada per fare delle prove ogni tanto molto lunghe.
Ormai è un giro da un po’ il vostro ultimo “Shadow Of The Monster“, che responsi state avendo?
Il disco sta andando molto bene. E’ quello che sta avendo piu riscontro e di conseguenza si porta poi dietro gli altri due.
Siamo contentissimi sia della reazione della stampa e deglia adetti ai lavori ma sopratutto delle persone che ci seguono e vediamo quanto adorano le nostre canzoni.
Ascoltando i vostri 3 album si sente proprio una crescita tra un disco e l’altro, che differenze ci sono tra il primo “Let The Games Begin” e l’ultmo “Shadow of the monster”?
“Let the games begin” suona sicuramente piu acerbo di Shadow. La produzione dell’ultimo è sicuramente più cazzuta e in piu fra disco e disco è cresciuto anche il nostro feeling come musicisti.
Quando abbiamo composto Let the Games praticamente con Dave non ci si conosceva ancora. Anche se devo dire che si è creato subito un gran feeling sia come musicisti che dal punto di vista umano. Ad oggi credo che Dave sia uno dei miei migliori amici in assoluto.
Avete realizzato il videoclip della title-track, ce ne vuoi parlare? Dove l’avete girato, com’è nata l’idea, ecc…
L’idea è del regista che voleva fare un video ispirato al celebre film cult! Ha quindi ricreato tutta l’atmosfera con zombi e presenze oscure 🙂 siamo molto contenti del risultato.
E’ stato girato in un paio di giorni nella zona di Pordenone e Udine. Un lavoro massacrante per gli attori che hanno girato per quasi 20 ore di seguito 🙂 al freddo…
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Tra i brani che avete registrato c’è anche la cover “Money Changes Everything” (famosa nella versione di Cindy Lauper) e mi sembra che siate andati un po’ contro corrente rispetto al trend: al posto di rendere rock un pezzo pop, avete preso un pezzo pop e ne avete fatto una ballad…
Si è un idea un po strana:-) lo zampino è di Picco il nostro chitarrista. Ha preso lui la versione di Cindy Lauper e l’ha trasformata nella ballad che potete sentire su shadow.
Ha fatto un lavorone e ci è piaciuta al punto di volerla inserire nel disco dopo aver sentito il suo provino “casalingo”. Anche Dave ha fatto una prova vocale notevole in questo brano con una interpretazione veramente toccante.
Avete sempre una grande cura anche della realizzazione dell’artwork. A questo giro come siete arrivati a Nathan Thomas Milliner e cosa rappresenta il burattinaio della copertina?
Il burattinaio rappresenta appunto il mostro 🙂
Il mostro di cui parliamo non è altro che una rappresentazione di tutto ciò che nella vita ci disturba, rende tristi, che ci fa stare male, arrabbiare e che ci soffoca. Infatti nella copertina tiene per i fili noi 4 rappresentati da 4 pupazzetti 🙂
Nella canzone non vogliamo far altro che consigliare a tutti di non starlo a sentire questo mostro e di vivere la propria vita al meglio senza che nessuno la condizioni in negativo.
Ho visto che state suonando molto dal vivo e vi siete esibiti anche alla chiusura del Rock ‘n’ Roll Arena di Romagnano Sesia… ricordi speciali della serata e legati al locale?
Al rock n’ roll arena si era legati anche come clienti oltre che musicisti. I ragazzi dello staff sono amici e ci è dispiaciuto tantissimo sapere della chiusura del locale. Orgogliosissimi e contenti invece che ci abbiano chiamato e scelto per suonare e fare il nostro release party la loro ultima sera.
Sono un pò preoccupato della situazione live italiana. I locali chiudono o fanno fatica e la gente va sempre meno a vedere i concerti.
Ho notato che in primis sono i musicisti a mancare all’appello. Sempre presenti quando c’è da chiedere date ma poi a supportare i locali latitano. Mi spiace molto di questo perché siamo noi i primi a dover supportare queste realtà che ci permettono di fare ascoltare la nostra musica e quindi quando non siamo in giro a suonare dovremmo essere sotto il palco a supportare gli altri.
Sono pienamente daccordo con te, purtroppo mi sembra che sia da anni che va avanti così.
…Dove vi potremo vedere in futuro dal vivo?
Abbiamo molte date in programma. Sia in Italia che all’estero. Siamo già stati in diverse città italiane e qualche giorno fa siamo andati in Belgio in occasione della prima edizione del WILD FEST. E’ stato bellissimo. Ora andremo in Francia , di nuovo in Belgio e in Germania per adesso. Oltre a continuare anche il giro per l’Italia.
C’è qualche gruppo con cui avete suonato insieme in questi anni a cui siete più legati?
Ci sono tantissime band a cui sono legato. Ho tanti amici musicisti e ci sono tante band che stimo. A me piace fare amicizia con chi come me ama la musica. E’ bello e in alcuni casi anche istruttivo.
Hai appunto suonato in lungo e in largo per l’Europa, qualche locale, festival e gruppo che consigliereste ai lettori di Slam! per le prossime vacanze estive?
Venite al langhe rock festival il 18 giugno !!!!! 🙂
Ottimo suggerimento! Per chiudere, toglimi una curiosità: agli albori di Slam! ero in contatto con un’Andrea di Alessandria che suonava il basso nei Nerve Strain… non sei tu vero?
Ahahahahahha ma davvero???? No non sono io ma quasi… hai sbagliato il nome… il bassista dei Nerve Strain si chiamava Paolo …ed è mio fratello 🙂