Esordio discografico per Colour Of Noise da Brighton, Inghilterra, formati da una vecchia conoscenza dell’hard rock/classic rock britannico, il chitarrista Bruce Dickinson dei Little Angels (soltanto omonimo del più famoso cantante degli Iron Maiden). Con lui il cantante della metal band inglese Furyon, Matt Mitchell, l’altro chitarrista Dan Lundholm e la sezione ritmica composta da Ben Daniel al basso e Randy Nixon alla batteria.
Ho sempre apprezzato particolarmente i Little Angels, li ritengo una delle migliori band britanniche degli anni ’90 e devo dire che questo ritorno di Dickinson mi incuriosiva parecchio per vedere se questa sua nuova creatura fosse in qualche modo imparentata con gli stessi Little Angels. La bio di presentazione della band definisce i Colour of Noise “Classic Rock”, e per una volta credo che non ci sia nulla da eccepire.
Infatti è difficile paragonare i Colour Of Noise ad una band in particolare, magari ogni tanto qualche influenza zeppeliniana viene fuori come in “Can’t Take It With You” , ma subito dopo si viene spiazzati da un pezzo come “Medicine Man” che esplora territori legati ad un rock’n’roll di stampo primordiale. E se spesso ai nostri piace scrivere brani intrisi di blues e quasi ipnotici come “Can You Hear Me” e “Heavy” , in “Head On” e “Drive It Like You Stole It” viene fuori il lato più prettamente hard rock, in un connubio che rende il disco molto vario e per questo appetibile a diverse tipologie di pubblico.
Da segnalare anche “You Only Call Me”, classic rock sulla falsariga di quanto fatto dagli scozzesi The Temperance Movement, ma soprattutto “Rock Bottom” e “Great Day For Rock’n’Roll”, le ultime due canzoni in scaletta, che paradossalmente a mio avviso sono le migliori, e che esplorano il lato più scanzonato e rock’n’roll del quintetto britannico. E allora un bentornato a Dickinson è d’obbligo, chitarrista che per troppo tempo è stato fuori dal giro e che dimostra si saperci ancora fare e non poco, ben coadiuvato in questa sua seconda vita artistica da un cantante che riesce a districarsi bene anche in territori piuttosto lontani da quelli che normalmente frequenta con i Furyon. Speriamo di poter avere l’occasione di vederli dal vivo perchè la band è uno di quelle fatte per essere ascoltate in piccolo club con una bella birra in mano… cheers.
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