Sabato 29/11 torna in scena la Slam Night, appuntamento tanto aperiodico quanto imperdibile per ogni rocker della penisola, patrocinato da questo portale ed organizzato di volta in volta da personaggi che vi gravitano attorno, spesso legati a band, locali, radio, agenzie di booking etc. ed accomunati da una grande passione per certe sonorità.

La Slam community è nata spontaneamente anni fa grazie al forum di discussione legato alla webzine e da allora è cresciuta e maturata facendo nascere solide amicizie, simpatie, scambi di date tra band che invece di farsi le scarpe si supportano a vicenda, ma anche scazzi e beghe, com’è giusto che sia tra menti “pensanti” che non sempre sono d’accordo su tutto.

I 100 migliori dischi Glam MetalSlam! ci ha dato un motivo per uscire ad andare anche nel più sfigato dei locali in culo ai lupi per vedere una band “nostrana” e supportarla, ci ha dato un identità (certificata con orgoglio nel NOSTRO libro “I 100 Migliori Dischi Glam Metal”, uscito a fine 2012 per le Edizioni Tsunami) un senso di appartenenza, una casa, tanto che la sensazione di essere “una grande famiglia” in eventi come questo è forte e tangibile.

Un pensiero da parte nostra non può che andare a colui che ha creato e reso possibile tutto questo, specialmente stasera che per motivi personali non può essere presente: grazie Moreno, sei una persona davvero speciale.

A sto giro l’onere e l’onore di organizzare la serata se l’è accollato il buon Beppe Chelli Lanna (cantante dei seminali Crackhouse di Padova che io preferisco chiamare Kelly, come il Machine Gun degli anni 30!), che pronti via in un mesetto ha organizzato tutto per benino al Grind House, convocando tre band compiacenti (e compiaciute, dalle facce che girano durante i sound-check), accordandosi con un Hotel del centro per i pernottamenti a prezzo convenzionato e previsto pure il pranzo domenicale per i sopravvissuti.

Il locale è piccolo (tanto che Kelly lo chiama affettuosamente “la mia Stanza”) ma accogliente, con un’atmosfera decisamente rock’n’roll ed ha tutto quel che serve, da un palco decente ad un bagno degno di questo nome, passando per un bancone ben fornito, cosa volere di più? (Se rispondete “Un Lucano”, vi meritate l’AOR tutta la vita!)

Le band invitate non potevano essere più adatte ad una serata del genere: Iggy & la sua inseparabile bottiglia (che, ahime, ha dovuto accontentarsi di contenere birra al posto del consueto vino rosso, non disponibile) è sinonimo di “High Voltage Rock’n’Roll” in salsa d’Albione, I Derelitti sono le star del momento, con la loro esplosiva miscela di New York Dolls ed Hanoi RocksDe Noantri” che fa riconciliare qualsiasi rocker degno di questo nome col cantato in italiano e Lester, beh… è Lester, punto.

Ora, uno scribacchino prezzolato si lancerebbe in iperbole da paragnosta per descrivere le clamorose esibizioni live delle tre band (se non per stroncare qualcosa qua e là, che fa figo), citando brani e scalette con precisione cronometrica e piglio critico “autorevole”. Ma ogni tanto è bene ricordare (e ricordarsi), che Slam!, come tanti (troppi, spesso inutili e pretenziosi) altri portali è una FAN-zine, nulla più.

Chi ci scrive lo fa (gratis) per amore di questa o quella band o stile o branchia più o meno sfigata della musica che apprezza, non ci sono obblighi o “doveri” o imposizioni, lo si fa per passione (magari parlando con cognizione di causa di argomenti che si conoscono, senza presunzione ed arroganza, eh?) punto. Si chiama “onestà intellettuale”, merce rara di questi tempi in cui il web permette di scrivere qualsiasi cosa a qualsiasi minchione disponga di una misera tastiera.

Quindi, essendo io parte integrante del coloratissimo carrozzone della serata ed essendomi divertito come un bastardo (come peraltro tutti i presenti, Slammers o meno, e lo affermo senza timore di smentita perché le Slam Night sono anche e SOPRATTUTTO divertimento a go-go), dichiaro spudoratamente che mi sono goduto gli show a mille e non sono esattamente in grado di descriverli se non a grandi spanne.

Apre le danze Iggy che, con grande mestiere ed immensa bravura tiene il palco per circa un’ora, snocciolando il suo repertorio di brani ormai “classici” per chi lo conosce e rivelandosi una vera sorpresa per chi lo vede per la prima volta (per approfondire: https://www.slamrocks.com/2012/04/03/iggy-and-his-booze-thats-my-kind-of-life-simply-drinknroll/). Immaginatevi un rocker dalla gran voce, roca e calda, con un piglio che ricorda il Tyla dei tempi d’oro ed una band che sprizza Dogs D’Amour, Quireboys (ma anche Rock City Angels) da tutti i pori ed avrete un’idea di quel che vi aspetta. Se capita dalle vostre parti NON perdetelo.

Il live dei Derelitti potrebbe essere riassunto con un solo termine: SPACCANO! Alla faccia del side-project nato per divertimento, questi quattro degeneri ci danno dentro di brutto, devastando l’audience con il loro rock’n’roll esplosivo, deragliato, scorretto, caustico e sarcastico. Davvero uno dei pochi casi in cui il cantato in madrelingua non “offende” la nostra musica ma la esalta, in un improbabile miscela di Glam Rock, Punk, Rolling Stones, Steve Rogers Band (senza il vecchio scorreggione!) e… Renato Zero?? Fantastici. Datemi retta, muovete le chiappe ed andate a vederli, anche solo per il frontman Sweetmauro, performers del genere non nascono ogni giorno, non vedevo l’ora di rivederlo on stage dai gloriosi tempi dei Pouty Lips e non ha deluso affatto le aspettative. Un must. (Per approfondire: https://www.slamrocks.com/2013/10/25/i-derelitti-come-non-ci-fosse-un-domani/)

 

Chiude in bellezza Lester, del quale francamente non saprei più cosa scrivere perché per me è ormai una garanzia. Mi si passi il paragone “roboante” ma è come voler parlare dei Ramones o degli AC/DC o dei Motorhead, sai sempre cosa aspettarti da un loro disco o da un loro live, alla fine è solo questione di pochi dettagli ma son sempre loro. Ecco, Lester è così, che tu ascolti il primo mini delle Landslide Ladies o l’ultimo solista (per approfondire: https://www.slamrocks.com/2014/11/12/lester-greenowski-nothing-serious-just-life/) è sempre grande rock’n’roll, con melodie spettacolari.

 

Dal vivo è molto più coinvolgente e punta su una sorta di “best of” con brani del calibro di “Margarida”, “Who Need Enemies”, “For The Ramones” o “Trail Of Graffiti”.

All’incirca a metà del set chiama sul palco mia figlia Caterina per un duetto in acustico di “Rockaway Beach” dei Ramones. Non posso nascondere un moto d’orgoglio come padre ed un tuffo al cuore come rocker, nel vedere la mia cucciola a fianco di uno dei miei autori preferiti dell’ultimo decennio, miglior padrino per l’esordio non ci poteva essere.

Durante la prima parte dell’esibizione il microfono fa le bizze e si sente solo la parte cantata da Lester, ma ciò non basta a smorzare l’entusiasmo dei presenti, visibilmente emozionati e decisamente partecipi nel sostenere l’esibizione della giovane rocker, che nella seconda parte mostra con grinta le sue capacità. Con queste premesse potremmo vederne delle belle in futuro, se son rose…

 

Quando Lester saluta tutti la serata è ben lungi dall’esser finita, sono circa le 2:30 quando decidiamo di defilarci ma chi resta può ballare, bere e divertirsi ancora al ritmo dei dj set di Kelly e Boyler, la notte è ancora giovane…

That’s All Folks, alla prossima non mancate.

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