Fresco di un nuovo validissimo album, torna a far parlare di sè Lester Greenowski, che in questa lunga chiaccherata ci ha parlato di It’s Nothing Serious Just Life, della sua esperienza parigina e della sua ennesima line-up… mettetevi comodi!
C’eravamo lasciati qualche anno fa quando dicesti che avresti appeso il microfono al chiodo, ma invece rieccoti qui più in forma che mai, cosa è successo?
Ciao Moreno sono stato birichino lo ammetto, mea culpa, ti ho fatto spaventare, perdono.
Dopo tanto tempo posso tornare a dire “Sto da Dio!” anche se sembra una frase da cioccolatino “la vita mi sorride“. Gli ultimi anni, sono stati belli duri ma alla fine sono ancora qui.
Ho sempre detto che avrei continuato ad esibirmi e così ho fatto: bassista, cantante per Honest John Plain (The Boys, ex Ian Hunter ecc.), la nostra collaborazione nata nel 2011 ha dato frutto a sei tour ed un disco live in tre anni. Mi sono dedicato alla composizione di materiale nuovo, principalmente in italiano, assieme a Bacco (ex Freak Out!, ex Alberto Camerini) portandolo anche dal vivo. Ho suonato di tanto in tanto qualche show acustico assieme a Lavie, artista modenese con la quale collaboro da anni.
Quasi subito dopo lo scioglimento di Lester and the Landslide Ladies ho cominciato a proporre materiale a John per un eventuale nuovo disco solista a suo nome. Contemporaneamente ero impegnato nella preproduzione di Stereo Scandals, progetto italiano assieme a Bacco, entrambi mi hanno molto incoraggiato e spinto a sviluppare i pezzi, riconoscendo in essi un fil rouge ed una personalità molto forte, più forte di tante altre volte nelle quali avevo scritto materiale per terzi.
Ho fatto un paio di telefonate, chiamato un po’ di amici, scremato, riarrangiato ulteriormente i pezzi, aggiustato i testi e registrato un bel disco corale. Oggi rieccomi nella mischia, con il mio bel faccino in copertina, come sempre in prima linea.
E allora, bentornato!!! Parlaci del tuo soggiorno francese invece…
A febbraio 2014 assieme ad Honest John siamo partiti per il sesto tour a spasso per l’Europa. Una delle date questa volta era al Gibus di Parigi, l’aria era buona, mi sono subito sentito a casa, ho ritrovato Giacomo e Valeria, amici d’infanzia ormai da anni parigini a tutti gli effetti, due veri e propri angeli che nei mesi successivi mi hanno rimesso letteralmente al mondo. Aggiungi una chimica pazzesca con i ragazzi dei Fire! Fire! Fire!, gruppo francese conosciuto quella sera col quale ho poi collaborato durante i miei mesi a Parigi. Sapevo che da Aprile a Giugno sarei stato libero e per tanto ho pensato bene di installarmi all’Île Saint-Louis per immergermi nella Ville Lumière.
Fire! Fire! Fire!, Prima Donna, Oli de la Celle (Sylvain Sylvain, Sugar Sugaar ecc.), Thierry Jones (Bad Loosers, Stiv Bators ecc.), Mickey Blow (Johnny Thunders ecc.), mio fratello Laurent (Sparkling Bombs, Kevin K ecc.), The Derellas, Philippe Marcadè (The Senders); sono solo alcune delle persone con cui ho speso i miei giorni a Parigi, suonando, scrivendo, osservando, scoprendo, imparando; come vedi me la sono passata bene.
Torniamo a te, perchè hai lasciato da parte i Lester and the Landslide Ladies e ti sei dedicato solo ad un tuo progetto solista? …e perché Greenowski?
Lester and the Landslide Ladies è sempre stato un prolungamento di me stesso, come un braccio, una mano, un piede; nonostante le mille formazioni, nonostante componessi quasi tutto il materiale, nonostante curassi tutto in prima persona, nonostante tutto ciò Lester and the Landslide Ladies era una band, non ero solamente io, come lo è oggi il progetto Lester Greenowski.
Amo vivere assieme agli altri, condividere, per questo suono in un gruppo, se sentissi l’esigenza di essere l’unico sul palco ci salirei senza nessuno. Tornando a Lester and the Landslide Ladies l’incontro prima con Vinn, poi con Dave e cigliegina sulla torta con Gallo ha fatto in modo fossimo, siamo tuttora e saremo sempre, più di una semplice band ma una vera e propria famiglia, lo dico senza ipocrisia, lo penso veramente. Quattro persone che si completano l’un l’altra nella musica, con la stessa visione, quasi sempre d’accordo spessissimo senza nemmeno bisogno di parlarsi. Mancando le nostre quattro individualità non era giusto continuassi con quel nome.
Greenowski è sempre stato lì, almeno dai tempi di “Best Friends Glitter Can Buy“, quindi perchè no? ;D
Ho ascoltato “It’s Nothing Serious Just Life” e penso sia il tuo miglior disco in assoluto, puoi dirmi qualcosa in più? Chi ci suona, di chi è la copertina…
Grazie mille Moreno. Non c’é molto da dire, come tutti i dischi che ho inciso mi rappresenta e mi racconta in quel momento. Continuo a cambiare e a trasformarmi così “scatto una polaroid” di me in quello spazio tempo, con quelle persone, in quello stato d’animo.
Nel disco ci sono tanti amici vicini, lontani, ma comunque tutti nel mio cuore ed ugualmente importanti. Dave suona la batteria in tutti i pezzi ormai senza di lui non saprei come fare, Meghe (TSAR) è sempre presente con una chitarra o un basso e in più è dietro al mixer quindi come vedi proprio il nucleo della band sono gli amici di sempre. Bacco (Freak Out!) al basso qua e là, Honest John Plain (The Boys) fa un po’ di cori e un po di soli, Nick Monroe (The Shakedowns) mi regala un basso su “Elettric Blue” pezzo figlio della nostra comune passione per Johnny Thunders. Ricky Rat (Trash Brats), Laur Veglam (Sparkling Bombs), Sicky Lyo (Suga Sugaar) mi fanno un po’ di cori su “Trail Of Graffiti” il mio piccolo omaggio al bubbleglam anni novanta.
Wilko Zanni (Rats) solista e cori su “This Goes Out To You”, Max Marmiroli (Rockin’ Chairs) e Mario Parisini hanno fatto due soli di sax da pelle d’oca. Eddie Cupido, amico di sempre, non solo si siede in regia e prende in mano la produzione ma passa al basso su più di un pezzo. Texas Terri (Texas Terri Bomb) interpreta la morosa rompi scatole in “I Wish I’ve Never Knew You”, Lavie è incontenibile su “Bittersweet”, Paul Del Bello (Adam Bomb, Dobermann) pompa il basso in “Pussy Galore”, punkaccio tosto e serrato come piace a lui e la lista non è nemmeno a metà… Sono fortunato ho tanti amici.
Lo scatto in copertina, come tutte le grafiche è di Patrizia Cogliati, con Patty ormai da più di 10 anni siamo un unità creativa, i “gemelli manualità”, per carità non metteteci a fare qualcosa di concreto ma sui lavori di concetto siamo fortissimi. Io e Patrizia “sognamo forte” e sulle stesse frequenze da sempre; veramente è un piacere ritrovarla ogni volta sempre meglio della volta prima. Una grande artista, in continua crescita, che vive ogni singolo istante del suo sogno, creativa, umana, pazza come un cavallo, ti assicuro è impossibile non amarla.
Hai cambiato più formazioni tu che Alice Cooper in 40 anni, ci presenti il tuo nuovo gruppo…
Giuro non lo faccio apposta.
Oggi divido col palco Raimundo, iesino naturalizzato a Bologna ex frontman degli Slapsticks, Grindine, attualmente attivo nel duo garage Orange Milk con Dario Linterno e con una vivacissima carriera solista. Biba rovigotto da qualche anno in quel di Soliera ex Stooze Mobile, ghost writer di Thee S.T.P., fratello di sangue di Casey Cooper ed ex chitarrista dei REVO. Immancabile il “mio” Davide, per me “il Leader”, alla batteria con me anche con Honest John Plain, già nei Lunacy Box assieme a Cristiano Santini (Disciplinatha) e storico membro fondatore di Missitalya.
Stavolta sono i ragazzi che mi hanno trovato, non ho dovuto fare scouting, sono veramente entusiasta. Con tutti ci conoscevamo da anni, incrociati per palchi in giro per lo stivale o in gruppo assieme da sempre; ritrovarsi nello stesso progetto è stata una cosa naturale. Suonare con gente così è fantastico non ti nascondo che io sono il più scarso del lotto. Questi ragazzi non solo sanno suonare, hanno gusto, background e soprattutto sono delle persone che adoro frequentare comunque anche fuori dal contesto musicale.
Suonare con persone che ti stimano artisticamente, ma non “sì dai sei bravino” ma “cazzo pazzesco sto pezzo, facciamolo subito” e che ammiri tua volta tira fuori il meglio del mio meglio.
So che il titolo arriva da uno spunto del buon Kelly (ex-Crackhouse…)
Kelly è una delle ragioni per cui sono qui e sono come sono. Nessuno mi ha mai aiutato in maniera più disinteressata nella vita artistica e privata. Io e Kelly ormai condividiamo quasi quindici anni di amicizia fraterna, parliamo spesso di cosa vuol dire essere come “noi” e vi posso assicurare che siamo molto meno beceri di quello che sembriamo; oddio forse lo siamo anche ma con una vagonata di attitudine in più.
“Non è niente di serio è solo la vita” è proprio un modo di vivere, se ti conosci, se sai di che cosa hai bisogno e sai cosa fare per ottenerlo tutto il resto diventa superfluo e qualsiasi cosa ti capiti non riesce a buttarti al tappeto. Io e mi sciuramente anche Kelly, dopo anni e anni di sbattimenti vari e assortiti, ci troviamo decisamente in questa situazione.
Abbiamo organizzato la festa alla quale avremmo sempre voluto essere invitati e a prescindere chi decida di parteciparvi, a quello che ne penseranno gli altri, noi abbiamo comunque la nostra festa e finalmente siamo a casa.
“Such A Shame” è uno di quei brani che ti si infila in testa e non ti esce finchè non ascolti un pezzo dei Ramones, cosa c’è dietro a questa canzone? Due parole anche sul video?
“Such a Shame” è il frutto di questi due anni, la coscenza che c’è una natura dentro di me che non posso, non voglio, non devo cambiare neanche quando penso di essere io stesso a volerlo. Realizzato questo la canzone risponde sarcasticamente a tutte quelle situazioni, persone, alle volte persino ai miei stessi tentativi di andare contro quello che ho dentro, perdendo di vista il mio “fuoco”.
Tra i brani troviamo anche “Angela”… I tuoi brani parlono spesso di donne, delusioni amorose, ecc. c’è un brano che riascoltandolo ancora oggi ti fa venire i bruciori di stomaco?
Ho scritto “Angela” in un pomeriggio senza niente di particolare da fare mentre ammazzavo il tempo davanti a un documentario su “Erinnerungen an die Zukunft: Ungelöste Rätsel der Vergangenheit“, libro dello svizzero Erich von Däniken, nel quale si sostiene e si illustra la “teoria degli antichi astronauti”. Visionato in rapida succesione il film omonimo di Harald Reinl, una chicca per gli amanti del trash, ho scritto la canzone.
In quel periodo collaboravo moltissimo con Bacco che da sempre, nelle sue liriche, usa lo stratagemma dell’alieno atterato sulla terra che sceglie il rock and roll come linguaggio per comunicare con noi. Ho pensato e se per una volta fosse la ragazza ad essere venuta dallo spazio? E se “Angela” decidesse di tornare? E se tornasse per te?
Angela non è necessarimente qualcuno, Angela è la vita, può essere una persona, una situazione, un colore, un posto, un gusto, un profumo, una canzone. Angela prima o poi arriva per “rapirti”, non sai da dove viene e questo può farti paura, ma in fondo sai che fa parte di te da sempre; non sai esattamente dove ti porterà ma se ti abbandoni sicuramente amerai chiamarlo casa. A me è capitato spesso e comunque sia andata è sempre stato un viaggio bellissimo.
Il pezzo che sento di più ancora oggi è inedito, nel 2011 prima di “It’s All About The Result” sono andato in studio da Pacino (Bastet, Armed Venus) ed ho registrato un disco mai uscito che si sarebbe dovuto intitolare “Hardly Ever Enough“. Il disco conteneva “Nothing Ever Stays The Same” un pezzo che ancora oggi trovo difficile spiegare a parole, ma voglio fare uno sforzo.
Questa canzone segna il momento in cui ho dovuto dire addio: addio a una persona, addio a una parte di me, addio a un modo di vedere le cose, addio a un modo di vivere la vita, inteso proprio come mentalità con la quale la affrontavo. Ho sofferto tanto, ho scoperto sulla mia pelle che ci sono delle cose che non tornano, che una volta perse, sono perse e basta. Tu nello stesso posto, con le stesse persone, facendo le stesse cose puoi scoprire di essere un’ altro rispetto a quello che eri poco prima.
Oggi non rimpiango nulla, assolutamente, sono felice di aver vissuto tutto nel bene e nel male, non vorrei riavere nulla di quello che è il passato; sono felicissimo di dove sono ora, mi è costato tanto ma alla fine ci sono arrivato, riesco a vivere proiettato nel presente ed essere felice: qui, adesso, subito, sempre. Ero perso e terrorizzato, questo non è solo la pagina del diario di un giovane ometto che dice addio alla sua bella ma una disperata lettera a me stesso nella quale mi dico addio.
Che programmi hai per promuore il disco?
Altro video sicuramente, tante date in Italia e all’ estero. Non mi ricordo chi diceva “Suono in una rock band perchè non posso permettermi uno psicanalista!” … Confermo!
Il 29 novembre a Padova, suonerai alla Slam! Night, cosa dobbiamo aspettarci e qual’è stata la tua Slam Night preferita?
Di stare bene Moreno, Slam! ci ha sempre fatto bene a tutti; grazie. La più bella per me Osnago al Madigan’s, tutti riuniti, Jany James (leggi il report della serata. nda) che non smetteva più di suonare. Moreno hai tirato assieme una gran storia se provi a smettere giuro che ti faccio una riduzione del pene senza anestesia!