The Sensibles “A Bunch Of Animals”

Tornano alla carica i brianzoli Sensibles, che mi avevano piacevolmente colpito l’anno scorso con i 4 brani di fragoroso e divertente Power Pop, sospeso tra chitarre graffianti, ritmi sostenuti e melodie accattivanti, del 7”EP “Dino”.

Il come-back sulla lunga distanza non delude le aspettative e, rispettando fedelmente la formula d’esordio, ci propone 12 brani nuovi di zecca che per freschezza, impatto e qualità non fanno certo rimpiangere i precedenti (peraltro riproposti come gradito bonus a fine dischetto).

Dal punto di vista strettamente musicale, le coordinate sonore guardano senza timori di sorta ai mostri sacri del Punk più melodico e bubblegum, cito i seminali Buzzcocks (brani come “My Mattress”, “Milky Way” ed “Animals” non sfigurerebbero nel repertorio dei 4 di Manchester) ma potrebbero starci decine di altri nomi altrettanto importanti ed affatto scontati, come i misconosciuti Mumps (“Confetti Blizzard” e “Pictures In My Head”).

La voce di Stella fa la differenza e continua a strapparmi un sorriso compiaciuto, quando una “gentil pulzella” è in grado di iniettare a melodie zuccherose una buona dose d’impertinenza ed è, passatemi il termine, “cazzuta”, porta un valore aggiunto che fa lievitare le mie quotazioni di una rock’n’roll band.

Se il confronto con altre formazioni che annoverano “ugole rosa” ai microfoni è inevitabile (continuo a pensare alle Snatch di Patti Palladin, ma anche ai Muffs ed alle giapponesine Shonen Knife), è altrettanto vero che i Sensibles hanno maturato uno stile piuttosto personale, con melodie che strizzano l’occhio ai sixties abbeverandosi direttamente alle fonti di girl groups come Ronettes e Crystals.

Un ultimo appunto per i tre “maschietti”, che rivestono un ruolo tutt’altro che marginale, la sezione ritmica svolge egregiamente il suo sporco lavoro e la chitarra macina riff senza soluzione di continuità, garantendo un impatto molto “fisico” e dando ad alcuni brani un piglio newyorkese che non guasta mai (“I’m a Brat” giusto per citarne una, suona tanto Dictators).

Con dischi come questo il divertimento è assicurato, il piedino batte costantemente e c’è sempre il ritornello “scemotto” che s’appiccica alle meningi come melassa (maledetti, devo andare a nanna e sto cazzo di “lalalla, lallalla…” di “Silly Song” non la smette di tormentarmi!).

Dimenticavo: il lavoro è disponibile anche in vinile rosa! La mia copia, ovviamente, è già prenotata…..Avanti così ragazzi.

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