Faccio fatica a scrivere questa recensione, perché l’album che ho ascoltato, pur non lasciandomi indifferente, alla fine non mi ha convinto.
C’è qualcosa di buono, ma ci sono soprattutto cose su cui bisognerà lavorare in futuro se si vuole continuare a fare questo “mestiere”.
Ma andiamo per ordine…
“Chi sono The King’s Band?”
Sono un band formata dal frontman Karlage King, leader indiscusso del progetto che per pubblicare questo EP si è avvalso di alcuni musicisti: Antisocial al basso, Luca Spinozzi alla batteria e Matteo Pellegrini alla chitarra, quest’ultimo una delle cose buone di questo disco.
“Cosa suonano i The King’s Band?”
Suonano un glam metal ottantianno, più simile a quello degli Hollywood Rose che a quello Guns N’ Roses (cito la band Axl Rose non a caso vista la forte influenza che ha su King), ma che a conti fatti, risultano più convincenti quando si avvicino, ripeto, avvicinano a sonorità Trash Brats-iane (“Sex After Night”).
“Cosa non va nei “The King’s Band?”
La produzione non è all’altezza di un prodotto professionale, certi cliché ormai stra abusati e il cantato non impeccabile di King.
“Cosa consiglierei ai “The King’s Band?”
Di scrollarsi di dosso tali cliché e di spostare la proposta musicale dal un certo tipo di glam metal verso un glam punk più scanzonato, più vicino alle corde della band e di continuare a divertersi a suonare rock and roll!