Il supergruppo formato nel 2010 da Glenn Hughes (Deep Purple e Black Sabbath), Jason Bonham (Led Zeppelin), Derek Sherinian (Dream Theater) e Joe Bonamassa, sembra sia arrivato al capolinea, ecco cosa ha detto il chitarrista:
“Per quanto mi riguarda il mio coinvolgimento con la band è giunto al termine: originariamente, l’ho fatto per gli stessi motivi per cui ho realizzato il progetto con Beth Hart e Rock Candy Funk Party.” – continua Bonamassa – “Era una scusa per suonare un tipo di musica differente che non suono di solito. I primi due album erano una bomba. E’ una rock band dalla bravura devastante, Glenn è un cantante fantastico, semplicemente uno dei migliori mi dicevo, ed ecco perché l’ho fatto. E poi ho passato nove settimane in tour nel 2011 ma seriamente, alla fine di tutto, non è stato affatto divertente. E non è perché non mi piacessero i ragazzi nella band, ma perché era troppo. Tutti erano davvero tesi e non è il modo in cui mi piace andare in tour. Ho una famiglia di 21 persone che porto con me ogni volta che parto in tournée, e se chiedi a ognuno di loro chi è stato quello che gli ha creato il minor numero di problemi, rispodono tutti che sono io. A meno che non manchi la Diet Coke… allora sarebbe un grandissimo guaio. Ma poi finisce che vado al supermarket e me al compro da me, quindi…” – e rincara la dose – “In ogni caso non era più divertente per me. Tutte quelle cose che Glenn dice ai media, in sostanza che io sono la causa principale del fatto che la band non va in tour e che quindi non ha futuro. Sarebbe disonesto andare sul palco e far finta di divertirmi solo per compiacere gli altri membri. Semplicemente non sono il chitarrista giusto per questa band, ma sfortunatamente sembra che non ci sia un altro chitarrista in tutta Los Angeles che possano prendersi. Ci sono così tanti ragazzi che potrebbero prendere il mio posto e io sarei il primo a comprare il biglietto per assistere al concerto. In ogni caso questa è la mia storia. Non ne sono più coinvolto e ne sono felice, ma sono anche felice dell’eredità che ho lasciato alla band e dei dischi che abbiamo fatto. Sono stati tre anni grandiosi per me“.