Mentre mi tiro una serie improperi, chiedo venia ai Sixty Miles Ahead per il ritardo, ma per una serie di coincidenze astrali solo ora riesco a recensirli.
Come direbbe Gisella dei Soliti Idioti “Hmmm vabbè“, è andata così e cerco di farmi perdonare facendo i complimenti ai Sixty Miles Ahead, non che abbiano bisogno delle mie scuse per farmi spendere buone, anzi, ottime parole perché Blank Slate è davvero ub sorpresa positivissima.
Nati giusto un’anno fa da Sandro Casali (voce), Fulvio Carlini (chitarra), Davide Bosio (basso) e Luca Caserini (batteria), in gruppo milanese si avvale di una potente sezione ritmica, chitarre pesanti e melodie ruffiane per creare 5 brani di hard rock moderno sulla falsa riga di nomi più blasonati d’oltre Oceano come Nickelback, Alter Bridge, Burn Halo, Hinder e Shinedown.
La parola “alternative” in casi come questi, non mi da nessun fastidio nell’usarla e così si parte con la pestata opener “Polite Conversations” e con la Zakk Wylde-iana “Dance” per poi arrivare alla splendida “Chances”, fiore all’occhiello dell’ep con una linea melodica molto radiofonica e con suoni moderni.
Chiudono il disco il coinvolgente hard rock moderno di “Under My Skin” e il lento grungettone di “A Place”, forse il pezzo che mi ha emozionato meno.