Ninja: ombre dimenticate

Ninja: ombre dimenticate
I Ninja sono stati un quintetto di New York guidato dal cantante Danny Stanton, con uno stile ed attitudine ispirati dal glam dei primi Mötley Crüe, e un look curato dalla moglie di Dee Snider.

I Ninja, attivi dal 1985 al 1989, sono stati un quintetto di New York guidato dal biondo cantante Danny Stanton, già noto alle cronache più attente e scrupolose per aver militato nei Takashi, una Heavy Metal band con all’attivo un magro bottino discografico che si limita ad un EP di quattro brani (“Kamikaze Killers“) pubblicato nel 1983 dalla Mongol Horde, un’etichetta indie con base nella Grande Mela.

Separatosi dai compagni per divergenze stilistiche alla fine del 1984, Danny deciderà di orientarsi verso un sound maggiormente in linea con quello allora in voga sul Sunset Strip, nella speranza di trovare un terreno più fertile per le sue ambizioni da rocker.

In questa sua avventura verrà affiancato dall’ex manager dei Takashi, Charlie Steiner che aveva scelto di scommettere sul potenziale del singer piuttosto che sulle qualità del suo ex collettivo.

takashi

Nel 1985 iniziano quindi a prendere forma i Ninja come ricorda Danny Stanton:

Quando mi separai dai Takashi sapevo che avrei dovuto mettere assieme una nuova band il più velocemente possibile così da continuare ad alimentare quel minimo di seguito che mi ero costruito negli anni precedenti. Iniziai dal nome della band: Takashi in giapponese significa guerriero/uomo nobile e quindi pensai che Ninja fosse particolarmente adatto, così da continuare a portare avanti lo stesso ‘concept’. Quindi, io e Charlie iniziammo a reclutare musicisti che erano stati miei compagni di scuola oppure che avevano già maturato un’esperienza nel music business. Fu così che tirai dentro Arthur Rice, un mio ex compagno di liceo che suonava la chitarra ed assieme al quale ero solito saltar le lezioni per andare a casa sua e scrivere canzoni rock. Molti ragazzi saltano la scuola per andare al parco e sballarsi; io ed Arty ci mettevamo a scrivere brani.

Ai due amici si aggiunsero poi Bruce Chyte alla chitarra, James Kelly al basso e Tony Fortunato alla batteria.

Nei mesi successivi i Ninja iniziano a suonare in giro per i locali di New York (anche di supporto a Twisted Sister e Metallica). A colpire il pubblico sono stile ed attitudine, entrambi ispirati al glam metallico ed irriverente dei primi Mötley Crüe.

A curare i dettagli del look della band ci penserà Suzette Snider (moglie del celebre Dee) che in passato si era occupata del make up e dei costumi di scena dei Takashi, oltre che, ovviamente, dei Twisted Sister.

Ninja

Nel giro di poco i Ninja vengono notati dal sempre attento Dave Richards, fondatore delle etichette californiane Iron Works ed Azra Records, specializzate nel lancio di band di Heavy Metal underground (tra le scoperte di Richards figurano diverse altre Glam band come SIN, Lixx Array, Hans Naughty, Dizzy Bitch, Sexx).

Fummo contattati da Dave che ci venne a trovare per discutere la possibilità di pubblicare un LP. Ci disse che si era accorto dell’entusiasmo e del seguito che stavamo creando sulla East Coast e voleva che firmassimo un contratto per la sua etichetta discografica. Io avevo sempre voluto pubblicare qualcosa sulla West Coast e questa mi sembrò la volta buona per farci conoscere anche a Los Angeles. Tuttavia, in quel periodo, le cose stavano cambiando e di band come la nostra ce ne erano tantissime. Moltissime di loro erano già sulla cresta di un’onda la cui coda io avevo appena deciso di iniziare a cavalcare. La parte iniziale di questa onda era già arrivata da tempo a riva. Los Angeles, a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, si era così saturata con tutta quella roba Hair che era diventato difficile distinguersi dalla massa. Se avessi fatto questa mossa assieme ai Takashi nel 1982, sicuramente avremmo avuto chances migliori di riuscita.

Ricorda Danny Stanton, ma negli Stati Uniti del decennio reaganiano non era mai troppo tardi per sognare, anche ad occhi aperti e Danny, che ne aveva tutto il diritto in virtù del suo pedigree da rocker ambizioso, si abbandonò senza opporre resistenza alle lusinghe di Richards e firmò il contratto con la Iron Works che fin da subito fece le cose per bene stimolando gli appetiti degli appassionati rilasciando sul mercato uno splendido singolo sagomato (dalla inusuale forma a cuore) che venne pubblicato nel 1986 e che conteneva il brano “Eye on You“.

 

Ninja eye on you

Lo stesso pezzo fu quindi riproposto in versione picture disc sempre con l’intento di mantenere vigile l’attenzione dei collezionisti, così Stanton sull’argomento:

Devo dire che la Iron Works fece una buona promozione: cercavano sempre di immettere sul mercato dei singoli o dei picture disc in edizione limitata per stimolare le vendite.

Dopo questo brillante preludio da manuale di marketing, agli inizi del 1987 i Ninja arrivano alla pubblicazione del tanto atteso LP: “Forgotten Shadows“, distribuito dalla Important Record Distribution, prodotto da Dino Sargent (già alla regia del suono con TNT e Blue Öyster Cult) e registrato presso i Music Palace di Long Island (gli stessi che ospiteranno la rocker Joan Jett ed i rapper Public Enemy e Busta Rhymes).

Ninja Forgotten Shadows

La cover, ideata dalla Snider, si presenta al limite del didascalico e venne decisa dalla label senza il previo consenso della band che si ritrovò a doverla digerire senza nemmeno averla prima visionata:

Quella copertina è orribile, sembra il menù di un ristorante cinese!

Così si lamenta oggi Stanton, ma ciò che si nasconde all’interno di quel semplice involucro protettivo è fatto di tutt’altra pasta.

L’album sgancia 30 minuti di ruvido e schiacciante Glam Metal a partire dall’assalto frontale di “Return of the Ninja” e dalla poisonianaL.A. or Bust“.

C’è spazio anche per l’intensa semi-ballad “Forgotten Shadows” che, col suo incedere malinconico e fumoso ricorda alcuni passaggi dei Vain di “No Respect“, mentre la spumeggiante “All Bent Out” resuscita il solido Ratt n’ Roll di “Out of The Cellar“.

L’album si conclude con un feroce rifacimento di “Saturday Night“, celebre hit single dei pop rocker scozzesi Bay City Rollers che nel 1976 avevano scalato la classifica di Billboard arrivando fino alla prima posizione.

Nel complesso, “Forgotten Shadows” trasmette un retrogusto punkeggiante e menefreghista, tipici del Glam sound targato New York.

L’album non fu mai supportato da un tour promozionale: infatti la Iron Works, visto lo scarso successo della release abbandonerà la band al suo destino.

Che tuttavia non si era ancora compiuto.

L’ultimo atto si consumerà nel 1988 con l’autoproduzione di un advanced tape di nove brani intitolato “S.W.A.K. (Sealed With A Kiss)“, che vede l’ingresso nella formazione di John Capo alla batteria e di A.D. Marcell al basso.

 

Nulla cambia nella formula di Stanton e Price, i principali songwriter della band.

La anthemica “Born to Rock“; il riffing galoppante di “Eye of the Ninja” e la divertente title track confermano quanto di buono già evidenziato col precedente lavoro.

Ed è proprio con un bacio di addio a sigillo di quest’ultimo loro sforzo che si conclude la parabola dei Ninja.

Stanton proseguirà negli Wild August con i quali pubblicherà l’EP “Got To Play God” (1994, Wild August One Music) per poi trasformare la sua pluriennale amicizia con Dee Snider in un lavoro: Danny fonderà infatti la Coallier Entertainement, una società con base a New York che opera ancora oggi nel mondo musicale occupandosi di distribuzione, organizzazione di concerti e contratti discografici.

Franco Brovelli

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