Il lavoro decolla con la sgangherata “Chez Maxim“, un blues acido e potente caratterizzato dalla voce pulita di Matheson, che a tratti si avvicina ai timbri di Robert Smith dei Cure.
Con il suo singing depravato Andrew interpreta magistralmente delle strofe ripetitive che finiscono in un ritornello che anticipa messaggi punk (“we don’t care what you say, we don’t care what you play, we don’t care what you do, Chez Maxim will make your dreams come true“).
“In Another schoolday“, ritmi lenti e cupi fanno da sfondo alla personale ossessione giovanile del cantante… la scuola.
“Nightmare” ricorda le sonorità dei Fallen Angels (progetto parallelo di metà anni ‘80 degli Hanoi Rocks) e degli Sham 69: quindi un rock n roll impulsivo e graffiante.
La successiva “Courtesan” potrebbe essere stata scritta da Keith Richards e da Mick Jagger all’epoca di “Exile on main street“.
Un piacere per le orecchie questo brano di purissimo ryhtm n’ blues, impreziosito da un organo acidulo e da cori a sostegno del ritornello (“my courtesan, sweet courtesan”).
“Tumble with me“, coverizzata molti anni più tardi dai Trashcan Darlings, evidenzia il lato sleazy della band: cori teppistici, singing lamentoso e menefreghista.
Anche questo pezzo e’ una gemma che contiene venature di Stones e Dolls.
“Zurich 17” potrebbe benissimo avere influenzato l’intero primo lavoro dei Faster Pussycat, mentre la sgualcita “Southern Bells” è una splendida rasoiata rock n roll stile Chuck Berry (ubriaco).
Il pezzo conclusivo, “Sick of you“, mette in evidenza un singing furente su una base pesante di chitarre distorte.
Un capolavoro, questo album, indispensabile per gli amanti di Hanoi Rocks, New York Dolls e Rolling Stones, ossia per gli amanti del Rock con la R maiuscola, quello sporco e cattivo che non è mai uscito dalle fogne.
Purtroppo, all’epoca, la band si scontrò con i gusti musicali dei giovani inglesi, molto commerciali ed ancora poco inclini ad accettare le sonorità stradaiole e l’approccio nichilista degli Hollywood Brats: peccato, perché solo pochi anni dopo, questo atteggiamento, declinato in chiave punk, avrebbe conquistato la scena musicale inglese rivoluzionandone l’intera estetica.
Cherry Red Records 1980
Franco Brovelli