A qualche mese di distanza abbiamo scambiato due chiacchere con Il Metius, che ci ha parlato del nuovo “Success Through Propaganda”, Del “Booga Ooga” e della sua esperienza a Rock FM.
Tanto per cominciare perché non mi dici com’è andato “Success Through Propaganda” dopo mesi dalla sua uscita? Soddisfatto dal risultato e dal riscontro della gente?
Devo proprio ammettere che non mi sarei mai aspettato una risposta così entusiasta a questo disco… Dopo “Paradise & Saints” ero convinto che “Success Through Propaganda” sarebbe stato accolto un po’ come il nostro piccolo “Chinese Democracy”, ehehehehhehe… Temevo di leggere cose tipo: “Ma come? Ci hanno messo cinque anni per fare ‘sta roba?”, e via discorrendo. Invece, per molti fan, pare si tratti del nostro disco migliore. E buone recensioni – quasi – ovunque. Questo in un periodo dove la musica che piace a noi non è che sia esattamente al vertice delle classifiche. Ai nostri concerti sono arrivati i vecchi amici e nuovi fan, i punk rocker, i glamster, i metallari, i rocker… Abbiamo fatto un sacco di belle date, andate tutte benissimo. Posso senz’altro affermare che gli STP hanno il pubblico migliore del mondo: vi amiamo, bastardi!
Come hai appena detto, ci avete messo cinque anni per realizzarlo e alla fine mi dicevi che non riuscivi più neanche a risentirlo e che l’avresti rifatto tutto. Fortunatamente per me (faccio parte dei “bastardi”), è uscito, ma se potessi tornare indietro cosa cambieresti?
Questo mi succede con tutti i nostri dischi… Riesco ad ascoltarli con il giusto distacco solo dopo anni. “Paradise And Saints” l’ho rimesso nel lettore per la prima volta poco prima di iniziare a lavorare a “Success Through Propaganda“. Ci sono voluti cinque anni per non innervosirmi risentendo errori e ingenuità! Adesso lo apprezzo senz’altro di più di quando uscì… Credo sia una cosa comune a altri musicisti. Per un giudizio sereno su “Success” direi che possiamo risentirci tra qualche tempo… Ti chiamo io tra cinque anni, ok?
Ok, basta che nel frattempo ne fate uscire un’altro! Pensavo che dopo Paradise And Saints fosse difficile ripetere un altro grande album, ma voi ci siete riusciti. Con quali cose o attività alimentate le idee per le vostre canzoni? Droghe? Alcol? Libri di Lansdale? Dischi dei Tyketto? Esercizi di pilates?
Dopo l’uscita di Stiv, che aveva scritto con me quasi tutti i pezzi fino a “Paradise”, Casey è stato costretto, con le buone e alcune cattive, a esprimere appieno il suo potenziale di ottimo costruttore di canzoni. È stata una vera sfida, alla quale tutti gli STP hanno partecipato, compreso il nostro Bylli Sunbatten, che ha apportato nuove idee, entusiasmo e un capiente frigo-bar…
La produzione del disco è stata affidata ad Olly dei The Fire, come è nata questa collaborazione? Sbaglio o è un vostro fan?
Olly è un mio caro, vecchio amico, ancora ai tempi degli Stolen Cars. È da sempre, e aggiungerei inspiegabilmente, un supporter entusiasta della band, e ci ha dato spesso e volentieri una mano nei momenti duri. Intraprendendo la nuova carriera di produttore, ci è sembrato più che naturale sfruttarlo biecamente, chiedendogli di tirare fuori qualcosa di sensato da quell’ammasso di suoni deraglianti che sono le nostre canzoni. Già in “Paradise” c’è molto di suo, soprattutto nella produzione della parti vocali; in “Success” si è anche occupato del mix e della masterizzazione. Ha orecchio e idee. E un entusiasmo che nemmeno gli STP sono riusciti ancora a fiaccare!
In questi anni avete avuto un paio di avvicendamenti alla chitarra, ce ne vuoi parlare?
Seee… Abbiamo cambiato più chitarristi noi, che allenatori l’Inter! Via, Stiv, abbiamo pensato di andare avanti in quattro, ma il sound così non ci convinceva. Allora ci ha raggiunto Dario: tutto bene, fino a quando i suoi Radio Days hanno cominciato a girare forte. E così ognuno per la sua strada. Fortuna che è arrivato Bylli giusto in tempo per registrare il disco, altrimenti chissà quando usciva, questo benedetto “Success Through Propaganda”? Prima di un altro scudetto all’Inter? Non ne sarei sicuro…
Tra le vostre canzoni troviamo “Doin The Booga Ooga” che potrebbe essere utilizzata come un’ipotetica colona sonora alle recenti “disavventure” politiche del nostro premier. Com’è nata e di cosa parla in realtà?
Naaa, niente politica… È un pezzo nato e cresciuto durante i tour, quando la band aveva bisogno di riflettere seriamente sulle questioni veramente importanti. È una critica a tutte quelle pompose rockstar che credono di scrivere chissà quali poesie immortali, versi in grado di smuovere generazioni, di fomentare rivoluzioni culturali, mentre in realtà i loro testi sono solo un’accozzaglia di fregnacce sgrammaticate, una pigra sequela di cliché senza capo né coda… In “Booga Ooga” puoi infatti trovare il sunto del nostro pensiero filosofico: “Don’t Wanna Die, But Stay Alive… I’m Gonna Do The Booga Ooga All The Night!”, testimonianza di una profondità oramai pienamente conseguita. Bwawawwawaaaaaaaaaaaaa!!!
Ahahaha …ma se ti dovessero eleggere come capo dello stato, quali sono le proposte di legge su cui ti batteresti?
Capo dello Stato mi sembra una posizione un po’ impegnativa per uno come me… Forse Ministro della Cultura… Ministro del Rock And Roll, meglio! Qui è un tale disastro, che anch’io potrei fare delle cose intelligenti.
Non ho dubbi! Spenderesti 2 parole su “Sister Illusion”, “Hearbreaks Collector”, “Help Me, Johnny” e “King Of Rock” invece?
“Sister Illusion” è la compagna immaginaria di molti ritorni a casa, sai… dopo quelle nottate imbevute di rock and roll e liquori a buon mercato. È la sorellina che vorremmo si prendesse cura di noi, prima offrendoci da bere e infine rimboccandoci le coperte. E che conosce le strade dove gli sbirri non fanno posti di blocco!
“Heartbreak Collector”… uhm, come noi mettiamo in fila negli scaffali decine di dischi che è un miracolo se li abbiamo ascoltati due volte, lei lo fa con certi barattoli in cui infila i nostri cuori infranti. Il tuo nome sull’etichetta e il tuo cuoricino spezzato rimane lì a prendere polvere per sempre… Triste, vero?
“Johnny” è invece la spalla su cui appoggiare la testa quando le cose vanno male. Ma nel frattempo lui appoggia qualcos’altro sulla vostra fidanzata… Triste anche questa, vero?
“King Of Rock” è più divertente: è tutto quello che vorremmo essere, ma siamo troppo cool per ammetterlo. Un aneddoto: la prima frase della canzone – “I Got A Dressed Monkey Play The Fool” – è un’immagine che che mi venne in mente la sera in cui stavo mettendo giù delle idee per il testo. Pensavo fosse un’immensa cazzata, ma grazie a Casey ho scoperto che Paul Stanley possiede davvero una scimmietta vestita che gli gira per casa!!! Fantasia e realtà… chi vince?
In Paradise & Saint c’era “Hello L.A.”, qui troviamo “It Ain’t New York”, quale sarà la prossima città?
“Hello LA” racconta la storia di un paio di nostri amici, che partirono veramente qualche anno fa in cerca di fortuna in California. Volevamo mettere in piedi una rock and roll band: lei pare che finì per lavorare in uno strip bar, lui a sbarcare il lunario come gigolò… Ragazzi, se siete all’ascolto, sappiate che vi amo! L’idea di “It Ain’t New York” nacque tanti anni fa, nel parcheggio di un club sul lago Maggiore dove avevamo appena suonato. Quella serata finii con me disteso nel bagno del locale, incapace di muovere un solo muscolo. Chissà cosa ci sarebbe successo se fossimo stati a New York? Chissà, forse il prossimo pezzo lo dedicheremo a un amico che se la sta spassando a Londra…
So che di “Success Through Propaganda” è uscita anche la versione in vinile con una differente veste grafica, cosa mi dici?
Finalmente ce l’abbiamo fatta! Era ora che Thee STP uscissero anche in vinile… Per celebrare la cosa abbiamo reinventato la grafica. Una cosa che a noi feticisti-collezionisti del cazzo fa impazzire!
A proposito, perché la decisione di uscire con questo artwork e con questa nuova immagine?
È un progetto grafico e di look che ha come filo conduttore il “successo” che prassa attraverso la “propaganda”… I colonnelli dell’informazione ci cacciano in gola a viva forza la loro merda facendoti credere sia cioccolata al latte. Ingrassiamo e facciamo finta che, in fondo, non è poi così male. Peccato per l’alito. È la nostra velata critica a quei quattro coglioncelli che in TV o dalle pagine di certi giornaletti fighetti continuano a ripetere che il rock and roll è passato di moda…
Ad aprile avete suonato in acustico a Milano, com’è stata come esperienza? Ci sarà un seguito?
Non so… A noi piace tirare a chiodo i Marshall, picchiare duro i tamburi e gridare fino a sputare le tonsille… Non sarà facile convincerci a fare ancora i menestrelli dello speed glam!
Per restare in tema di esibizioni live, qualche aneddoto divertente da raccontarci?
Uh… Andare in giro con Thee STP è una giostra della demenza, una carovana di zingari emozionali a briglia sciolta. È strano, perché presi da soli siamo proprio dei bravi ragazzi, ehehehe… Thee STP sono in grado di infilarsi con estrema non-chalanche nelle situazioni più assurde, prima e dopo le nostre esibizioni. Beh, a volte anche durante i concerti, anche se cerchiamo di evitare di indulgere troppo su quest’ultimo aspetto. In estrema sintesi: questa volta NON ti racconterò la storia del “face painting”!
Ahahah, ormai penso la sapranno tutti! …Tra i prossimi concerti ho visto che suonerete allo United a Torino con gli Hollywood Killerz, Living Dead Lights e Great Dolls Of Fire, ne voi approfittare per fare un pò di… propaganda e fare gli auguri a Deadend?
Deadend una volta mi mando un sms (!) dove mi raccontava di avermi sognato vestito come Alice Cooper periodo “Welcome To My Nightmare” in qualità di ospite al suo matrimonio. O forse era il mio matrimonio? Ma non è questo il punto. Una persona capace di scrivere una cosa così articolata utilizzando solo il pollice non può che avere la mia eterna ammirazione. Che uomo di talento! Auguri fratello!
Com’è cambiata la situazione locali dove suonare da quando hai iniziato ad ora? Pro e contro di ieri e di oggi per una band rock and roll?
Mah, se ignori il fatto che i locali fighi stanno chiudendo uno dopo l’altro per via delle sempre più irrisorie vendite di bevande alcoliche, colpevoli i sempre più pressanti controlli da parte delle forze dell’ordine, che quei pochi che tengono duro ti possono pagare sempre meno e che il pubblico – dolorosamente sobrio – si diverte sempre di meno, direi che non è un brutto momento… È semplicemente l’inferno!!! Ma il rock and roll è capace di venirne fuori alla grande anche da situazioni peggiori. Abbiate fede, fratelli!
Qualche mese fa mi è capitato di ascoltare una vostra intervista dove praticamente ti “mangiavi” il dj, ci vuoi raccontare della tua esperienza radiofonica, della tua trasmissione con Fauilisi a RockFM e se ci sarà ancora occasione di sentirti parlare di rock?
Lavorare a RockFM è stato uno dei momenti magici della mia vita da rocker… Era un posto folle, dove se sparavi cazzate senza senso eri considerato un leader, se ti comportavi in maniera sconsiderata un esempio da seguire… Un po’ come in Parlamento, a pensarci bene, ma molto, molto più divertente! Garageland aveva decine di migliaia di ascoltatori, che scrivevano e telefonavano facendoci enormi complimenti per aver passato canzoni che forse nemmeno i loro autori si ricordavano di aver scritto. Ogni giorno passato lì dentro pensavo: “È troppo figo, non può durare”. E infatti. Spero di avere ancora l’occasione di comportarmi in maniera sconveniente davanti a un microfono. Se ci sono offerte, fatevi sotto. A vostro rischio e pericolo!
Bene, siamo alla fine, non so mai con che domanda concludere, se chiederti se Vecchioni da ragazzo si chiamava Jovanotti o dove hanno i calli i donnaioli incalliti, ma rimango sul banale per sapere quali saranno le prossime mosse degli STP…
Stiamo preparando un singolo che divideremo a metà con una band di vecchi amici americani. Un pezzo originale ciascuno, e una cover dell’altra band… Se tutto va bene, li inviteremo da noi per un piccolo tour promozionale. Intanto seguiteci sulla nostra pagina facebook: www.facebook.com/theestp. E non abbiate paura… è solo rock and roll!