I 13 dischi meno “tristi” degli anni 90

total 13: i 13 dischi meno tristi degli anni 90
Sicuri che il grunge abbia fatto male ai gruppi hair metal? Ecco 13 album che smentiscono questa teoria.

È stata la morte della scena rock che l’ha preceduta, ovvero del glam metal, all’improvviso, quando è arrivato il grunge non era più cool ascoltare gli Warrant e non potevi più portare i capelli lunghi e vaporosi. Dovevi tagliarti i capelli e indossare per forza una camicia a quadretti.

A dirlo non è stato Bret Michaels o Ted Poley, ma bensì Mike D dei Beastie Boys a Vanity Fair America e come lui, troverete numerosi commenti simili da rockstar che hanno fatto la fortuna negli anni 80.

Siete anche voi convinti che il grunge abbia fatto così tanto male alla scena Hard Rock? …Secondo me no, troppi gruppi fotocopia riempivano gli scaffali dei negozi, tutti con lo stesso look e tutti a suonare le stesse cose. Gli ascoltatori iniziavano a stufarsi e così è arrivato il grunge che ha accelerato un processo già in atto.
Ma come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere, perché se non fossero arrivati i vari Nirvana o Pearl Jam, a quest’ora forse non avremmo potuto ascoltare dei veri capolavori partoriti proprio nel periodo più “buio” dell’Hard Rock.

Tralasciando il 1990, i nomi grossi come Guns N’ Roses, Aerosmith, Alice Cooper, Def Leppard, Van Halen, Skid Row, Motley Crue, Mr. Big… quelli già inseriti nel nostro libro i “I 100 Migliori Dischi Glam Metal“, per evitare banali ripetizioni e la scena Sleaze/Glam Punk e Classic Rock/Aor a cui dedicheremo un articolo a parte, ecco la lista dei 13 migliori album “Rock” usciti negli anni 90 che dovete assolutamente avere.

1. The 69 Eyes “Bump ‘N’ Grind” (Gaga Goodies 1992)

The 69 eyes - bumb and grindIniziamo con i finlandesi The 69 Eyes. Icone della scena gotica, diedero le basi alla scena Scan Rock con il loro sporco e vizioso Rock And Roll, che col passare del tempo è diventato sempre più cubo.
Difficile selezionare nella discografia del periodo, quindi la mia scelta è caduta sull’album di debutto, il lavoro più “sleaze” e con la presenza di grandi pezzi come la sculettante “Juicy Lucy“, la punkeggiante “Sugarman“, il tormentone “Barbarella“o la rivisitazione della celebre “Burning Love“.

Nel decennio che vedeva le classifiche capeggiate da “Smells Like Teen Spirit”, la band capitana da Jyrki69 seppe far vedere la luce tra le nuvole grigie, peccato (o per fortuna, dipende dai punti di vista) che poi le tenebre si siano impossessati dei cinque di Hell-sinki.

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2. Backyard Babies “Total 13” (MVG Records 1998)

Backyard Babies - Total 13Prodotto da Thomas Skogsberg, il secondo lavoro dei BYB segna una svolta nei gruppi hard rock Europei. La sua miscela esplosiva di Rock And Roll e Punk, diventerà il marchio di fabbrica del gruppo svedese, che si allontana dallo sleaze metal dell’esordio per sound più tirato vicino a quello dei Social Distortion. Diventa impossibile citare un brano piuttosto che un altro, il disco ha solo hit a partire dalla devastante “Mad Me Madman“, proseguendo per “U.F.O Romeo”, “Highlights”, “Get Dead”, “Look At You”… fino alla conclusiva “Robber Of Life”.
Dopo una pausa di qualche anno che ha permesso al chitarrista Dregen e al cantante Nicke Borg di seguire le proprie carriere soliste, il four-pieces di Nässjö si è recentemente riunito per pubblicare un nuovo disco dal titolo “Four By Four“. Numerosi i gruppi post ’98 hanno pagato, e continuano a pagare dazio ai Backyard Babies e alle sonorità di “Total 13“.

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3. Buckcherry “Buckcherry” (DreamWorks Records 1999)

buckcherry-buckcherryNati come Sparrow dall’ex frontman degli Slamhound Joshua Todd e dal chitarrista Keith Nelson, i Buckcherry pubblicarono il loro disco d’esordio il 6 aprile del 1999 e trascinato dal singolo “Lit Up“, divennero ben presto disco d’oro in USA e Canada. Buckcherry” è un album di Rock and Roll tremendamente efficace, zozzo è trascinante, con paragoni che vanno da AC/DC, Aerosmith e Guns N’ Roses.

Semplicemente strepitoso l’elenco di canzoni proposte dalla band californiana, con un repertorio che si snoda tra pezzi tirati dall’attitudine punk a ballate da classifica, senza tralasciare brani più danzerecci e orecchiabili. “Crushed“, “Check Your Head“, “Dirty Mind“, “For The Movies“, “Lawless And Lulu“…  ci sarebbe da scrivere una recensione per ogni brano, ma mi limito a consigliare l’acquisto di questo CD, uno dei migliori che il grunge… ci ha regalato.

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4. Demolition 23 “Demolition 23” (Music For Nations 1994)

Demolition 23Dopo la deludente parentesi con i Jerusalem Slim insieme a Steve Stevens e Sami Yaffa, Michael Monroe volta pagina e insieme a quest’ultimo forma i D23 con l’ex chitarrista degli Star Star Jay Hening (scomparso nel 1997) e al batterista Jimmy Clark (Messano, The Godz). Si parte con il singolo “Nothin’s Alright” e si prosegue con una delle mie preferite di sempre del repertorio del cantante, la trascinante “Hammersmith Palais” seguita dalla punkeggiante “The Scum Lives On” e dalla martellante “Dysfunctional“.

Di assoluto valore l’intensa “You Crucified Me” e difficilmente si riesce a rimanere immobili con l’energia “Same Shit Different Day“. Parentesi a parte per le cover presenti, dove Monroe & Co. danno il loro marchio di fabbrica in “Ain’t Nothin’ To Do” (Dead Boys), “I Wanna Be Loved” (Johnny Thunders) e “Endangered Specie” (UK Subs). Il disco è prodotto da Little Steven, vecchio amico/collaboratore del frontman, che da una grossa mano anche nella stesura di numerosi brani. Un disco che tocca il cuore.

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5. D-Generation “No Lunch” (Columbia Records 1996)

D-Generation - No LunchDue anni dopo il loro esordio i D-Generation abbandonano la Chrysalis, colpevole di non averli supportati, e firmano con la Columbia Records per la pubblicazione di “No Lunch“. Con il frontman dei Cars, Ric Ocasek dietro alla consolle, il gruppo capitanato da Jesse Malin realizza un album che li consacra tra le migliori band della scena della Grande Mela.

Si comincia con l’attacco punk di “Scorch“, ma è con brani più melodici che i cinque riescono a regalarci piccoli capolavori come nel caso di “Capital Offender“, “No Way Out” e “She Stands There“. Dopo la pubblicazione di “Through the Darkness“, la band si sciolse e si riunì nel 2008 per suonare nello store (l’ex CBGB) di John Varvatos e attualmente si sta preparando ad uscire con il loro attesissimo quarto album.

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6. Hardcore Superstar “It’s Only Rock n Roll/Bad Sneakers and a Piña Colada” (Gain Records 1998/2000)

Hardcore Superstar - it's only rnrIt’s Only Rock n Roll è del 1998 e “Bad Sneakers and a Piña Colada” del 2000. Non me la sono sentita di lasciarlo fuori: 1) perché la metà delle canzoni sono le stesse 2) perché ho un legame particolare con gli Hardcore Superstar, infatti grazie al loro primo concerto milanese ho avuto la possiblità di dare un volto a molti dei collaboratori di Slam!.
La band svedese, è prima di tutto una delle migliori live band in circolazione e una delle poche che è riuscita a far alzare il culo ai rocker italiani per andarli a vedere dal vivo.
Il disco fu paragonato dalle riviste di settore a Motley Crue per l’irruenza e ai Faster Pussycat per la ruffianeria, ma gli HCSS sono riusciti a costruirsi una propria identità e un proprio sound che gli ha fatti diventare un riferimento per tutti i gruppi nu glam venuti poi.
Tra i punti di forza sicuramente il singer Jocke Berg vero animale da palco o ottimo interprete.

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7. The Hellacopters “Supershitty to the Max!” (White Jazz Records 1996)

The Hellacopters - Supershitty to the MaxGli Hellacopters sono stati per lo Scan Rock quello che sono stati i Motley Crue per il Glam Metal. La band nata da elementi di Entombed Backyard Babies, è stata l’ambasciatore del rock scandinavo con un cocktail esplosivo fatto di Mc5, Motörhead e Kiss.
Il gruppo scandinavo riesce a rileggere gli anni ’70 in modo fresco ed indiavolato e “Supershitty to The Max!” ne è il loro trademark.
Insieme ai Turbonegro, sono stati il gruppo che ha maggiormente rivoluzionare il sound degli anni 90.
Per celebrare i 20 anni dalla sua uscita, gli Hellacopters torneranno sul palco al prossimo Sweden Rock Festival 2016.

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8. Manic Street Preachers “Generation Terrorists” (Columbia Records 1992)

Manic Street prechers Generation TerroristsDecisamente una bell’annata il 1992. Ci sarebbe da realizzare un intero articolo solo per parlare dei lavori usciti in questo anno.
Così, mentre i Def Leppard tornano dopo anni di silenzio con “Adrenalize“, i Thunder e i Little Angels dicono la loro con i bellissimi “Laughing on Judgement Day” e “Jam“, la scena inglese si infiamma con altre due nuove uscite: “Gallus” dei Gun e appunto “Generation Terrorists” dei Manic Street Preachers.
Associato più alla scena brit pop, il gruppo gallese partì con botto con un disco più orientato al punk rock colto, piuttosto che al pop e balzò agli onori della cronaca per la misteriosa scomparsa del chitarrista Richey James.
Per chi non l’avesse ancora nella sua collezione, consiglio di cercare l’edizione del “20th Anniversary Legacy Edition DVD“.

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9. Marvelous 3 “Hey! Album” (Elektra Records 1998)

Marvelous 3 - Hey! AlbumDopo il flop di “Group Therapy” e conseguente scioglimento dei SouthGang, Butch Walker, Jayce Fincher e Mitch McLee, diedero un taglio al vecchio look per formare i Floyd’s Funk Revival insieme alla moglie di Walker, Chrystina. Il progetto durò poco, e dopo il cambio di nome in The Floyds e la registrazione di un demo, il gruppo decide di proseguire come trio con il nome di The Marvelous 3 e pubblica “Math & Other Problems“, ma è con il successivo “Hey! Album” che i tre fanno il botto.
Trainati dal video/singolo di “Freak of the Week” raggiungono il quinto posto delle classifiche di Rock Moderno di Billboard e danno il colpo di grazia al Grunge, che iniziava a sparare le su ultime cartucce.

Sulla scia del successo di “Hey! Album“, nel 2000 pubblicarono l’ottimo “ReadySexGo“, ma dopo il tour il gruppo si sciolse e Walker si dedicò a tempo pieno alla sua carriera solista e di produttore, scrivendo hit per Avril Lavigne, Bowling for Soup, P!nk, Fall out Boy, Lit ecc.
Hey! Album” divenne lo standard con cui tutti i gruppi Power Pop venuti dopo si sarebbero dovuti confrontare.

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10. Nashville Pussy “Let Them Eat Pussy” (Mercury Records 1998)

Nashville Pussy - Let Them Eat PussyAtlanta 1996. L’ex Nine Pound HammerBlaine Cartwright e la moglie Ruyter Suys, reclutano il batterista Jeremy Thompson e la bassista Corey Parks e formano i Nashville Pussy.
La band infiamma – è proprio il caso di dirlo, visto che la bassista sputa fuoco durante le esibizioni da vivo – i palchi di tutto il mondo con “Let Them Eat Pussy“, album al vetriolo, con un sound Motorhead-iano e canzoni tirate da non far ascoltare ai propri figli.
Se Lemmy li amava forse c’era un motivo…

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11. Neurotic Outsider “Neurotic Outsider” (Maverick Records 1996)

Neurotic OutsiderCosa fanno quattro rocker che vivono a Los Angeles per passare il tempo e stare lontani da droghe e alcol? Semplice, formano un gruppo e spaccano il culo alle nuove generazioni!
Steve Jones (Sex Pistols), John Taylor (Duran Duran), Duff McKagan e Matt Sorum (Guns N’ Roses, Velvet Revolver), amici e musicisti con carriere affermate alle spalle, si trovano al Viper Room, suonano le cover della loro gioventù, si divertono e trovano anche il tempo per registrare questo omonimo disco d’esordio con dodici tracce di adrenalinico punk rock.
Altra grandissima release che dovete aggiungere alla vostra lista di dischi da avere.

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12. New American Shame  “New American Shame” (Atlantic Records 1999)

New American ShameE’ quasi paradossale che una delle migliori proposte di straight ahead rock ‘n’ roll provenga Seattle, con questa band nata nel 1998 dal cantante Johnny Reidt, dai chitarristi Jimmy Paulson e Marty Chandler, dal bassista Kelly Wheeler e dal batterista Geoff Reading (Duff Mckagan’s Loaded).

Dodici pezzi concepiti e suonati per ridare un po’ di vita alla scena della loro città, con i Buckcherry come esempio e gli AC/DC come scuola, un lavoro tanto semplice quanto imperdibile.

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13. Ugly Kid Joe “America’s Least Wanted” (Mercury Records 1992)

Ugly Kid Joe - America's Least WantedHo sempre amato questa band americana, sia per le loro performance live, sia per il loro senso dell’umorismo. Mentre gruppi come Warrant cambiavano rotta per pubblicare un album più “maturo” e a passo coi tempi (“Dog Eat Dog“, secondo me l’apice della loro carriera), gli Ugly Kid Joe andavano controcorrente con il loro Hard & Heavy scanzonato.
L’hit “Everything About You” arrivò alla terza posizione delle classifiche inglesi ed ebbero un buon successo anche gli altri singoli estratti dall’album: la cover di “Cat’s in the Cradle“, la lenta “Busy Bee” e la spassosa e “Neighbor“.
Tra alti e bassi il gruppo è sopravvissuto fino al 1997 adeguandosi alle mode, per riformarsi nel 2010, ma non sono più riusciti ad ottenere la notorietà che ebbero all’inizio degli anni 90.

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Sicuramente mancherà qualche nome, già sceglierne 13 è stata un’impresa difficilissima. Per questo a presto arriverà una nuova puntata sull’era Grunge e sui capolavori non-alternative che la scena ci ha regalato, dedicandoci esclusivamente al  nostro tanto caro Hard Rock e Sleaze.

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