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Moreno Lissoni

Da Drupi al file Sharing, da Butch Walker agli Steelheart fino al progetto Musica Ribelle, ecco alcuni degli argomenti trattati con Andrea Diletti.

Ciao Andrea, tanto per cominciare perchè non ti presenti ai lettori di SLAM!...
Con molto piacere, anzi, ti ringrazio della tua attenzione e disponibilità. Mi chiamo Andrea Diletti e ho 28 anni, sono di origine abruzzese e vivo a Pescara. A dicembre mi laureo in Scienze dell'educazione presso l'università dell'Aquila e ho appena autoprodotto il mio primo album solista, dopo parecchi anni di dura gavetta….

Chi sono stati i gruppi o il personaggio che a 14 anni ti ha motivato a prendere in mano la chitarra?
Beh… più che la chitarra ho avuto subito un'impulso irrefrenabile verso il canto. IL primo idolo è stato Joey Tempest, per cui ho passato intere giornate ad impiccarmi per cantare 'The Final Countdown'. Era il 1986, vestivo da 'paninaro' e giocavo a fare il duro, sognando di diventare una rockstar e di spalmarmi un po’ di trucco in faccia prima di un concerto.

Fino agli anni '90 ho adorato il Glam, tanto che spendevo un pacco di soldi nell'acquisto di costosi Cd importati dall'America. Dagli 'Autograph' fino alle 'Vixen' credo di possedere un'enciclopedia dell'Hard Rock in camera mia. Nel corso degli anni ho dirottato i miei gusti verso artisti come David Coverdale e Jeff Buckley con un'intensa carica emotiva, ma lo studio della musica mi ha insegnato ad ascoltare soprattutto quello che non mi piace. Sembra un paradosso, ma è molto costruttivo.

Sei stato in turneè con Drupi, cosa ricordi di quell'esperienza e quali rospi ai dovuto ingoiare per farla?
Una delle prime regole dello stare al mondo è che nessuno ti regala niente. Per cui 3 anni di Tournèe sono stati uno dei sacrifici che mi hanno aiutato di più nel comprendere cosa volevo dalla mia musica. In quel periodo cercavo nel mio lavoro un 'passaporto' per il successo, sperando che vivere di musica a livelli così professionali diventasse una porta spalancata per la notorietà. Avevo vent'anni e mi concedo questa 'leggerezza' di pensiero, ma lentamente ho capito che il 'Successo' tanto declamato dai rotocalchi giornalistici è una grossa illusione. Non esiste. Non esistono bacchette magiche per saltare su un palco e diventare Freddie Mercury e , soprattutto, è bene diffidare da chi ti offre di diventarlo, perché o sta cercando di spillarti soldi o comunque di fregarti qualcosa…

L'unica certezza del nostro lavoro è la risposta del pubblico e l'esperienza che si matura 'Live', perché si costruisce piano piano un piccolo seguito di Fans e si crea un proprio 'potere', inteso come capacità di aggregare ed emozionare un pubblico. Ecco, oggi odio parlare di successo, è una brutta parola al participio passato che indica qualcosa di terminato, trascorso, io invece voglio succedere 'Ora', come il titolo del mio album, ogni volta che salgo sul palco.

Parliamo del tuo disco solista "Ora", come l'hai composto, chi ci suona, ecc...
Ho cominciato la stesura dell'album nel 2005, dopo aver partecipato in prima serata su Rai Uno alla finale di Castrocaro. L'esperienza mi ha avvicinato al mondo discografico classico, ma mi ha anche permesso di notarne immediatamente le disfunzioni e la profonda crisi, portandomi a maturare la decisione di non firmare contratti discografici che mi avrebbero tenuto in 'scuderia' a tempo indeterminato, e di iniziare le registrazioni di un lavoro autoprodotto e completamente autogestito. Una scelta coraggiosa che mi ha gravato di pesanti sacrifici economici ed emotivi, ma di cui oggi sono molto fiero.

Naturalmente, devo ringraziare tutte le persone che hanno creduto in questo album e che oggi fanno parte della mia associazione 'Musica Ribelle', perché non sarei riuscito a terminare il lavoro senza il contributo e il consolidamento di uno staff affiatato. Le esecuzioni sul Cd sono dei più importanti musicisti abruzzesi, un brano è stato scritto con Giò Di Tonno, il 'Quasimodo' del fantastico Musical di Cocciante, un'altra canzone è arrangiata da Massimo Varini, il brano che chiude l'album vede la partecipazione di Gianluca Esposito, un jazzista di fama mondiale, insomma, questo cd è percorso da bellissime energie. E se penso a l'umiltà con cui è stato realizzato, sono davvero orgoglioso del prodotto ottenuto.

Perchè la scelta del cantato in italiano?
E' ovvio, perché non so l'inglese… scherzo, naturalmente. Come ti ho detto prima sarei sciocco a negare che la stesura dei miei brani risente molto di un 'Love Metal' che mi ha praticamente drogato per anni (e mi torna in mente 'She's gone' degli Steelheart..) ma non posso neanche scordarmi che da piccolo sognavo di fare lo scrittore e non il musicista, per cui non mi sentirei 'completo' senza lavorare sul testo e senza frugarmi le parole di notte per completare il messaggio insito in ogni canzone. La mia passione per la letteratura mi porta per forza di cose ad attenermi ad uno stile cantautoriale prettamente italiano, perchè mi troverei davvero in difficoltà a rendere in inglese sfumature poetiche e fonetiche dei testi che compongo.

Hai mai inciso qualche canzone in inglese?
Andrea: Beh… ti svelo un segreto… nel mio registratore portatile ci sono più di 50 brani realizzati in 'finto inglese' che attendono solo una band pronta a scriverne i testi e realizzarne gli arrangiamenti, assolutamente Glam.
Ma questa è un'altra storia… anche se spero davvero di seguire le orme di Desmond Child

"Vivere lo stesso" mi ricorda parecchio "Don't Move" di Butch Walker, è un caso o l'ex Southgang è stato una delle tue fonti d'ispirazione?
Devo farti i miei complimenti per l'arguta osservazione, perché citi uno dei cantanti che seguo da tempo e che ha realizzato degli ottimi Album. Amo seguire artisti non conosciutissimi ma molto incisivi, come Jonny Lang o John Mayer.

Nel tuo sito consigli di non comprare il tuo disco, ma di scaricarlo dalla rete... perchè?
La risposta non è sicuramente univoca e semplice. Internet è diventato un po’ il Far West, ognuno vive secondo le sue leggi. Per quanto riguarda me, credo che la forza del WEB sia la sua capacità di farci accedere alla conoscenza, per cui non ritengo che la Rete sia così diversa da qualsiasi altro mezzo pubblicitario. Quello che mi auspico con tutto il cuore, è che non diventi, proprio per questa sua affinità alla pubblicità, un mezzo di speculazione e di discriminazione dei più forti verso i più deboli, come avviene oggi nel sistema capitalistico dettato dalla forza dei ricchi che dominano grazie al loro potere d'acquisto.

Internet deve restare Libera, accessibile, fruibile ed efficiente. Ecco perché sono affiliato alle Licenze Creative Commons che permettono di distribuire la propria musica gratuitamente. Per me è importante vedere la gente ai concerti, sentirli vivi durante lo spettacolo, parlare con loro sul mio Forum. I Wu Ming sono cinque giovani scrittori italiani che pubblicano con Einaudi. Andate sul loro sito: vi potete scaricare tranquillamente i loro libri.

Dimenticavo: loro vivono della percentuale che guadagnano sulla vendita dei libri. Sembrerebbe pazzesco. Come può essere? Mettono le loro opere alla mercé di tutti eppure vivono dei libri che vendono? A questa domanda hanno riposto candidamente: "Se scarichi il nostro libro e ti piace, non lo compri? Oppure, anche se non dovessi acquistarlo per te, nel momento in cui magari pensi di regalare un libro a qualcuno, sempre ammesso che il nostro ti sia piaciuto, non vai a comperarlo? Internet non è la morte della musica. La musica sta benissimo, perché io posso accedere a gruppi che la EMI non mi fa conoscere, posso conoscere discografie di gruppi mai conosciuti, che sugli scaffali del negozio di dischi non esistono perché al loro posto dobbiamo trovare i Marron 5. Per questo hanno paura del filesharing.; perché ci da l’opportunità di scegliere!

Internet sta ribadendo un concetto che loro sopprimono da anni e cioè che la musica dev’essere alla portata di tutti. E questo non significa farlo gratuitamente, perché un album che ho scaricato e che ha un valore artistico, io il giorno dopo me lo vado a comprare originale, perché i 18 euro sono spesi bene e “valgono” il possedere il cd con i testi, le foto, il libretto, un ascolto migliore e più duraturo (i cd masterizzati hanno solo 10 anni di vita…). Non solo, ma dopo tutto questo vado a pagare anche il biglietto per godermi il concerto! Scaricare un brano non è uccidere il suo autore, è conoscerlo e apprezzarlo.

Questa è pubblicità ragazzi, è il motore del marketing, è la base dell’avvento radiofonico e televisivo. E allora, che cosa ci stiamo a raccontare? Che per colpa del File Sharing Britney Spears non è riuscita a comprarsi la 15esima piscina? Ma ci facci il piacere…La verità è che, nonostante la dilagante pirateria, gli artisti (e tutti i ciucciabriciole che ci stanno dietro) sono ricchissimi lo stesso. E Baglioni ha poco da lamentarsi che la gente scarica il suo ultimo concerto da internet il giorno prima che esca in DVD, perché posseggo (comprati!) tutti i suoi album e live che mi sono piaciuti e sono anche andato a vedere per 49 euro! Quindi – nonostante il mio download - ha ricevuto la mia quota di guadagno che ha meritato. E due volte. Immaginate la portata di questo discorso per gli emergenti. Internet ci offre l’opportunità di scoprire gruppi in tutto il mondo che non hanno la promozione stellare della Sony, ma non per questo fanno schifo, anzi.

Il vero problema sono le opere mediocri e la pirateria musicale. In questi casi, sì, esiste un danno reale. Se vedo un film che non mi piace, certo non vado al cinema e ancora meno lo acquisto in DVD. Questo è lo scotto che paga l’errore che hanno fatto le Major di massificare la cultura musicale e investire in una tendenza al plagiarismo, dove ci propinano gruppi penosi come se fossero star, e che per giunta si scopiazzano tra loro. Dicono che i ragazzi non hanno più la cultura del possedere il disco originale per colpa del download selvaggio. Io dico che i ragazzi si sono semplicemente svegliati, e non hanno più intenzione di sborsare 18 euro per un disco pieno di feccia.

E non è un problema di prezzo , infatti, non solo per un artista meritevole spendo volentieri i soldi per godere del suo valore artistico, ma i giovani dispongono di somme ancora maggiori per l’acquisto di cellulari e il download delle suonerie. Quindi non è vero che sono poveri, è che non vogliono cacciare soldi per farsi prendere in giro. Da questo è ovvio che più la qualità delle offerte musicali scenderà, più gli album saranno destinati a finire negli hard disk e nei lettori portatili, perché di una canzone che serve soltanto a rimorchiare e a canticchiare sotto il sole l’estate non compro di certo il cd, né tantomeno vado al concerto per godermi la performance della meteora di turno.

L’altro problema serio, è che gli ignoranti confondono il filesharing con la pirateria di tipo industriale, ben organizzata ed attuata con l'uso di mezzi anche sofisticati e molto costosi, mirata alla massimizzazione dei profitti illeciti. In genere questo tipo di pirateria è gestito , direttamente o indirettamente, da organizzazioni malavitose specialmente dedite a questo settore o come corollario di attività delinquenziali diversificate facenti capo ai grandi gruppi della criminalità organizzata.

Questo genere di pirateria non può trovare appoggi o giustificazioni di alcun genere ed è da condannare e perseguire in modo netto e senza cedimenti. Ma questa attività non ha niente a che fare con lo scambiare musica con i miei amici o con lo scaricare la canzone di un artista di cui voglio conoscere il lavoro. Per cui, ecco il secondo motivo al quale dobbiamo ribellarci: Lasciare che la musica circoli su internet non è pirateria, è una forma di conoscenza, che può culminare nel baratto, ma diversa dalla vera pirateria,quella industrialmente organizzata e gestita da gruppi malavitosi a scopo di lucro.

Quindi, per quanto riguarda me, scaricate le mie canzoni, sparpagliatele per la rete, sbattetele nei vostri hard disk, portatevele dietro, inviatele ad un amico, perché tutto questo mi fa bene. Mi fa pubblicità e non muoio di fame, perché so che se domani verrò a fare un concerto dalle vostre parti, pagherete 10 euro per comprarvi il mio cd, e anche se non lo farete, verrete almeno a stringermi la mano perché avete avuto il piacere di navigare sul mio sito.

"Musica Ribelle", che cos'è e quale è il suo obiettivo?
Musica Ribelle è un'associazione culturale che si adopera nella raccolta delle risorse che internet mette a disposizione per la promozione degli artisti emergenti. Lo scopo è quello di creare una ramificata rete di servizi gratuiti che aiutino le band inedite a farsi conoscere, Radio, Riviste, Community, chiunque si dimostra sensibile alla valorizzazione delle risorse musicali che gravitano nella scena Indie , underground e sconosciuta, diviene automaticamente nostro Partner e realizza con noi attività promozionali.

Cosa c'è nel futuro di Andrea Diletti?
Sicuramente Musica, con la M maiuscola, quella suonata nei Live club e vissuta insieme al pubblico. Il 21 ottobre c'è stata la serata promozionale del mio album e sono intervenute più di 300 persone. Un successo che mi ha gratificato di molti sacrifici; sulla scia di questo straordinario risultato il mio Staff sta fissando le date della Tournèe che partirà a Gennaio.
All'orizzonte c'è anche il conseguimento della Laurea, per cui il 2006 è stato un anno fortunato che spero apri le danze per gli obiettivi del 2007.

Siamo ai saluti, se vuoi aggiungere qualcosa, lo spazio che segue è tutto tuo...
Io non so come ringraziarti della tua attenzione, se non complimentandomi per la tua grande professionalità e il successo con cui gestisci 'Slam'. Spero d'incontrarti un giorno di persona e approfitto di questo saluto per invitare i nostri lettori a scambiare due chiacchiere sul mio Forum www.suonaresuonare.it oppure a visitare il mio Sito ufficiale www.andreadiletti.it.

Long Live Rock'N'Roll!
Andrea Diletti

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